Due esposti alla Procura della Repubblica e varie segnalazioni all’Ordine dei giornalisti per Davide Gambale

Denunciato il giornalista che incitava a uccidere i cani

Davide Gambale

MESSINA – “Al bando gli animalisti. I cani vanno abbattuti”. Rischia di costargli caro l’infelice, quanto assurdo, poscritto del giornalista Davide Gambale al suo articolo pubblicato lunedì 20 agosto scorso.
Le guardie zoofile dell’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali, con un esposto alla Procura della Repubblica di Catania lo hanno, infatti, denunciato per istigazione a delinquere.
Domenico Davide Gambale, 43 anni, giornalista professionista iscritto all’Ordine di Sicilia dal 14 settembre 2000, direttore del quotidiano on line “messinaoggi.it”, nell’articolo intitolato “Uccidete i randagi. Sono un pericolo”, a sostegno della sua assurda tesi, ha raccontato di essere stato attaccato da un branco di cani randagi.
L’Enpa, ricordando che il codice penale prevede il reato di uccisione e maltrattamento di animali, ha inoltrato un esposto anche all’Ordine dei giornalisti di Sicilia, che dovrà aprire un procedimento disciplinare.
Una denuncia-querela alla Procura della Repubblica di Messina e una segnalazione all’Ordine dei giornalisti sono state inoltrate anche dal Partito Animalista Europeo, tramite il coordinatore nazionale Enrico Rizzi, che chiede di perseguire Gambale per il reato di “istigazione a delinquere e per tutti gli altri reati che saranno ravvisati dall’Autorità Giudiziaria”.
La netta condanna all’articolo di Davide Gambale è arrivata, comunque, soprattutto dal web, con centinaia di proteste nei confronti di una proposta “incivile e vergognosa” che suona, appunto, come un’istigazione a delinquere in violazione della Legge 189/04 (che punisce con la reclusione fino a due anni chiunque cagiona senza alcuna necessità la morte ad un animale), ma soprattutto come un’offesa a quanti amano o semplicemente rispettano gli animali.
Dal canto suo, dopo l’ennesima denuncia, Gambale ha corretto il tiro sostenendo che la sua era solo una provocazione. Francamente un po’ poco, per chi ha la grande responsabilità di informare correttamente i cittadini avendo rispetto delle leggi e, sopratutto, della verità. Se esistono branchi di cani randagi per le strade di Messina, la colpa non è certo dei poveri animali, ma di chi dovrebbe seriamente occuparsi del problema del randagismo. Il giornalista avrebbe dovuto fare semplicemente questo: raccontare i fatti, denunciarne le responsabilità ed eventualmente indicarne i rimedi. Che, naturalmente, neppure ironicamente, avrebbero dovuto alludere alla più barbara delle soluzioni. E pensare che nel suo curriculum figura una “docenza a contratto presso l’Università di Messina, dove tiene l’insegnamento di Sociologia dei processi culturali e comunicativi”.

L’ARTICOLO DI GAMBALE: “UCCIDETE I RANDAGI. SONO UN PERICOLO!”

MESSINA – Trovarsi accerchiato da un branco di cani randagi in città e cercare rifugio sul cofano di una macchina. Il problema del randagismo a Messina c’è e l’amministrazione comunale non ha fatto un fico secco per risolverlo.
L’esperienza l’ha vissuta il cronista che ha la fortuna di poterla raccontare. Ore 23 circa, viale della Libertà, chi scrive si stava recando alla propria automobile posteggiata nei pressi di viale Giostra, quando s’è trovato la strada sbarrata da una quindicina di cani.
Momenti di panico, non sai cosa fare. Ti fermi e speri che i cani cambino strada. Ma quale? Ti vengono incontro tutti assieme e ti accerchiano con la bava alla bocca. Cosa fare? Un balzo sul cofano di una macchina con i randagi che cercano di aggredirti. Poi, la fortuna ha voluto che il branco, attirato dalla musica di una macchina in transito si allontana.
Il cronista-cittadino si chiede cosa abbia mai fato l’amministrazione comunale per risolvere il problema del randagismo in città. Si chiede se esista un servizio di accalappia cani, se l’amministrazione ha mai affrontato il problema. Il cronista pretende risposte concrete dal sindaco. Grazie. 
P.s. Al bando gli animalisti. I cani vanno abbattuti. (Messinaoggi.it)

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