Per il procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena, “serve una nuova legge a garanzia della riservatezza”

“I processi non si fanno per tutelare il diritto di cronaca”

Marcello Maddalena

ROMA – “Serve una nuova legge che tuteli indagini e riservatezza”. Lo evidenzia il procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena, in un’intervista al “Corriere della Sera”, parlando delle intercettazioni.
“L’utilizzazione delle intercettazioni – spiega – deve avvenire esclusivamente all’interno del processo penale. Per cui è indubbio che in questa materia sia necessario un intervento”.
Magari, aggiunge, “quel che dico può non piacere ai giornalisti. Non c’è il minimo dubbio: le intercettazioni non penalmente rilevanti non dovrebbero poter essere diffuse.

 Mai”.
I processi “non si fanno per tutelare il diritto di cronaca che pure è sacrosanto. Il processo non viene svolto per dare materiale alla cronaca, ma per tutelare dei valori costituzionali che sono rappresentati dal codice penale.

 Ovviamente, nei limiti stabiliti, ci deve essere un momento di pubblicità. Ma con limiti precisi. Altrimenti facciamo il Grande Fratello e mettiamo tutti sotto controllo”.
Parlando, poi, delle indagini sulla presunta trattativa Stato-mafia, Maddalena osserva che “ci sono ragioni da entrambe le parti: i pm hanno interpretato correttamente e in buona fede la normativa per individuare la procedura che porti alla distruzione di quelle intercettazioni; il Quirinale ha le sue ragioni quando dice che non è concepibile che siano intercettate le conversazioni del presidente della Repubblica”.
In questo contesto, conclude, “al di là del conflitto che deciderà la Corte, a me pare che vada fatta, senza pregiudizi e senza guerre di religione, una meditazione sulle garanzie costituzionali per quanto riguarda la riservatezza delle comunicazioni. La riflessione va fatta a maggior ragione quando il problema tocca la massima carica dello Stato”. (Asca)

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