Mentre in Italia si tenta di restringere la libertà di stampa, il governo di Rangoon mette fine al bavaglio imposto per 50 anni

Birmania: censura abolita dopo mezzo secolo

Censura abolita in in Birmania (AP Photo/Khin Maung Win)

RANGOON (Birmania) – Il regime del Myanmar ha deciso la definitiva abolizione della censura preventiva su “tutti i mass media” nell’ex Birmania a partire da oggi: il provvedimento, annunciato attraverso un comunicato del ministero per l’Informazione, pone così fine a restrizioni severissime in vigore praticamente da mezzo secolo, con l’avvento al potere nel 1962 della giunta golpista guidata dal generale U Ne Win. Si conferma così il processo riformistico avviato dal nuovo governo birmano, formalmente civile sebbene guidato da un generale a riposo, Thein Sein. (Agi)
Dopo quasi 50 anni, dunque, il governo del Myanmar ha abolito la censura sulla stampa. Finora, infatti, i giornalisti prima di pubblicare un qualsiasi tipo di articolo o servizio doveva presentare il proprio lavoro alle autorità e aspettare l’approvazione del governo.
“E’ un grande giorno per tutti i giornalisti del Myanmar che hanno lavorato sotto queste odiose restrizioni per troppi anni”, ha dichiarato un editore all’Afp chiedendo comunque di restare anonimo. 

”E’ un esempio incoraggiante dei progressi in corso nel Paese sotto il governo del presidente Thein Sein”, ha aggiunto.
I quotidiani politici e religiosi saranno gli ultimi a poter godere di questo provvedimento, intanto a usufruire dell’abolizione della censura saranno le pubblicazioni locali, ha spiegato Tint Swe, capo del dipartimento che si occupa del settore dell’Informazione. 

“La censura inizia il 6 agosto del 1964 e finisce 48 anni dopo”, ha dichiarato un ex funzionario dell’esercito. Secondo il ministero dell’Informazione, però, resterà  una sorta di censura per quanto riguarda i film.

 (Asca)

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