Gravi accuse del direttore-editore del “Corriere Laziale” (che è consigliere nazionale Odg) al presidente dell’Ordine del Lazio

Corbi si difende attaccando: “Tucci, ora basta!”

ROMA – “Contatti di disturbo del presidente Tucci”. Con un titolo a tutta pagina, Eraclito Corbi, da 40 anni direttore-editore de “Il Corriere Laziale” e consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, commenta così, nell’edizione odierna del quotidiano romano, la notizia diffusa da “Stampa Romana” su “un procedimento disciplinare – denuncia lo stesso Corbi – che a tutt’oggi non è stato ancora comunicato al diretto interessato”.
Un attacco durissimo, quello di Eraclito Corbi, che in un commento all’articolo firmato da David ben Yeshay, esordisce affermando: “Che Il Corriere Laziale sia lontano anni luce dal cuore di Bruno Tucci, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, lo avevamo capito ormai da tempo e la cosa dal punto di vista umano sinceramente non ci è mai interessata, perché con Tucci, aldilà della professione, non abbiamo mai avuto, né avremo, bontà nostra, nulla in comune. Come dire, ognuno si sceglie i propri amici e ognuno ha diritto di avere in simpatia, o in antipatia, chi crede”.
Eraclito Corbi afferma che “L’antipatia dell’emerito Bruno Tucci nei confronti della nostra testata – Il Corriere Laziale, ndr – e del sottoscritto, però, va aldilà delle discussioni da salotti buoni o dei soliti veleni tra colleghi e sfocia invece in questioni ben più importanti. Perché se l’antipatia dell’uomo Tucci nei nostri confronti fa compiere al Presidente dell’Ordine regionale Tucci comportamenti inqualificabili nei confronti di aspiranti giornalisti provenienti dalla nostra testata, beh, allora non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo più stare fermi a subìre e da ora in poi segnaleremo nelle sedi competenti, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, quanto sta accadendo”.
Il direttore del “Corriere Laziale” accusa Tucci di “mancare di rispetto ad una testata, permettendosi di schernire il nostro nome di fronte ai nostri collaboratori” e “di umiliarli, come è accaduto in questi ultimi mesi”; quindi afferma che la base “dovrebbe togliergli quel mandato che per troppo tempo gli ha lasciato esercitare con un’autorità personale al limite del consentito”. Nell’articolo del quotidiano romano, infine, viene, tra l’altro, evidenziato che in via della Torretta, sede dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Tucci “riceve i candidati giornalisti pubblicisti con un cagnolino in braccio ed uno sdraiato sul divano dell’ufficio”.

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