SHANGHAI (Cina) – Il sito internet di Bloomberg è ancora bloccato dalla censura cinese un mese dopo la pubblicazione della notizia relativa alle ricchezze accumulate dalla famiglia di Xi Jinping, l’uomo che dovrebbe essere il prossimo segretario del partito e presidente del Paese.
Sembra che il governo di Pechino si sia particolarmente adirato per l’episodio. Nella settimana in cui l’articolo è stato pubblicato, secondo informazioni circolate su internet e riproposti dal Financial Times, agenti di sicurezza hanno pedinato alcuni dipendenti (giornalisti e non) di Bloomberg in Cina.
Alcuni banchieri cinesi ed esponenti del mondo della finanza del Paese del dragone avrebbero anche cancellato incontri preventivamente concordati con Matthew Winkler, direttore di Bloomberg.
Il 29 giugno scorso Bloomberg pubblicò una reportage nel quale si dimostrava come la famiglia allargata del futuro presidente cinese Xi Jinping (anche se non lui direttamente), abbia partecipazioni in società per un patrimonio totale di 376 milioni di dollari compresa una villa di lusso a Hong Kong del valore di oltre 30 milioni di dollari.
Bloomberg, tuttavia, non è stato in grado di risalire alle proprietà e alle ricchezze attribuibili direttamente a Xi, a sua moglie e a sua figlia, né ha parlato di illeciti da lui effettuati. Nonostante questo la Cina teme che la relazione possa compromettere la sua immagine di ufficiale pulito e lontano da qualsiasi sospetto o scandalo.
Finora nessun altro sito in lingua inglese era rimasto bloccato dalla censura cinese per più di qualche giorno a partire dalle Olimpiadi del 2008. (Ansa)