
Mouafi lavora da dodici anni alla tv pubblica e da otto porta il velo, il che l’aveva tenuta lontano dal video e le consentiva di fare i suoi servizi per la radio pubblica. Con l’avvio della campagna elettorale per le presidenziali in Egitto, le è stato affidato l’incarico di seguire quella di Mohamed Morsi, ma anche in questo caso le sue apparizioni in video sono state poche e molto rapide.
Con la vittoria del candidato della Fratellanza musulmana la televisione ha deciso di confermarla e la giornalista è entusiasta. “Non me lo sarei mai immaginato, non avrei pensato di poter ritornare in video”, ha commentato a caldo, riportano alcuni giornali egiziani.
Con la vittoria del candidato della Fratellanza musulmana la televisione ha deciso di confermarla e la giornalista è entusiasta. “Non me lo sarei mai immaginato, non avrei pensato di poter ritornare in video”, ha commentato a caldo, riportano alcuni giornali egiziani.
Il capo redattore responsabile per i corrispondenti e inviati, Khaled Mahanna, ha ricordato che le giornaliste velate sono già comparse in video dopo la rivoluzione, sottolineando che questa scelta non ha nulla a che vedere con l’elezione alla presidenza di Mohamed Morsi.
Mahanna ha anche negato che la nomina della nuova corrispondente alla presidenza abbia come obiettivo quello di ingraziarsi i movimenti pro Islam e la nuova presidenza del paese, sostenendo anche che rimane il divieto assoluto di andare in video per le “barbe lunghe”, simbolo dell’adesione all’islam più integralista.
“Non darò mai l’autorizzazione perché questo confermerebbe l’accusa che stiamo cercando di piacere al potere”, ha osservato. Ma non è dello stesso parere il caporedattore responsabile dei “mezzibusti”, Amr el Shenawi. “Non avrei nulla in contrario – ha affermato – a conduttori con la barba, a condizione che sia presentabile”. (Ansa)
Mahanna ha anche negato che la nomina della nuova corrispondente alla presidenza abbia come obiettivo quello di ingraziarsi i movimenti pro Islam e la nuova presidenza del paese, sostenendo anche che rimane il divieto assoluto di andare in video per le “barbe lunghe”, simbolo dell’adesione all’islam più integralista.
“Non darò mai l’autorizzazione perché questo confermerebbe l’accusa che stiamo cercando di piacere al potere”, ha osservato. Ma non è dello stesso parere il caporedattore responsabile dei “mezzibusti”, Amr el Shenawi. “Non avrei nulla in contrario – ha affermato – a conduttori con la barba, a condizione che sia presentabile”. (Ansa)