Il Vaticano definisce “atto criminoso” i messaggi pubblicati da Gianluigi Nuzzi e annuncia iniziative giudiziarie

“Pubblicare documenti privati del Papa non è giornalismo”

Papa Benedetto XVI

CITTA’ DEL VATICANO – “La nuova pubblicazione di documenti della Santa Sede e di documenti privati del Santo Padre non si presenta più come una discutibile – e obiettivamente diffamatoria – iniziativa giornalistica, ma assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso”.
Lo afferma lo Stato Pontificio in un comunicato della Sala Stampa Vaticana, nel quale si afferma che “il Santo Padre, ma anche diversi dei suoi Collaboratori e dei mittenti di messaggi a Lui diretti, hanno visto violati i loro diritti personali di riservatezza e di libertà di corrispondenza”. Il riferimento è al libro “Sua Santità”, scritto dal giornalista Gianluigi Nuzzi su Papa Benedetto XVI.
La Santa Sede “continuerà ad approfondire i diversi risvolti di questi atti di violazione della privacy e della dignità del Santo Padre – come persona e come suprema Autorità della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano – e compirà i passi opportuni, affinché gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell’uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia. Se necessario chiederà a tal fine la collaborazione internazionale”.

Un commento:

  1. Antonio La Tella

    Amo la Chiesa e nutro rispetto illimitato nei confronti del Papa: per quello che è e per ciò che rappresenta; ma che debbo pensare degli estensori del debolissimo documento curiale, infarcito di accuse e minacce: nei riguardi del giornalista dalla mano lesta; non dei corvi interni alla Santa Sede, che seguitano a rifilare a destra ed a manca lettere che andrebbero custodite con più cura negli archivi di Sua Santità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *