Anselmi: “Fondi pubblici ai giornali veri, non a quelli di partito”. Nel 2011 tagliati giornalisti (-6,1%) e poligrafici (-3,7%)

Stampa 2009-2011: boom di lettori nella Rete

ROMA – “Le vendite sono in calo, ma non la lettura: la crisi induce a risparmiare sull’acquisto del giornale, ma la gente non rinuncia a leggerlo”. Lo sostiene il rapporto “La stampa in Italia 2009-2011”.
“Le due ultime rilevazioni Audipress per il 2011 indicano un incremento dei lettori dei quotidiani dell’1,8% – prosegue il rapporto -. Si tratta di 24,2 milioni di persone, pari al 46,2% della popolazione adulta (14 anni e più).
Anche i periodici, in misura più esigua (+0,2%), hanno visto aumentare il loro lettorato salito a 32,5 milioni di persone, pari al 62,0% della popolazione adulta. 
L’analisi disaggregata per regione delle vendite evidenzia una sorta di ‘questione meridionale’ – precisa ancora la Fieg -, in quanto ai livelli di vendite delle regioni del Nord (92 copie per mille abitanti) e del Centro (84 copie), corrispondono livelli particolarmente depressi nel Mezzogiorno (49 copie). Lo squilibrio può essere rappresentato anche confrontando abitanti e volumi di vendita.
Le regioni settentrionali con il 45,8% della popolazione acquistano il 55,7 delle copie di quotidiani complessivamente vendute in Italia; quelle centrali, con il 19,7% della popolazione, ne acquistano il 21,9%; quelle meridionali, con il 34,5% della popolazione, ne acquistano il 22,4%. È un ‘press divide’ alla cui origine va individuata l’assenza nel tempo di politiche di incentivazione della lettura da condurre nelle scuole e nelle famiglie.
Il declino dei ricavi, che era andato decelerando nel 2010 (-1,5%), dopo il forte arretramento del 2009 (-11,9%) – si legge ancora nel rapporto – “ha purtroppo ripreso tono nel 2011 e le prospettive per il 2012 non appaiono migliori in rapporto ad una situazione complessiva del mercato pubblicitario che non sembra riprendersi e che, molto probabilmente, manterrà la tendenza regressiva manifestatasi nel precedente biennio”.
Nonostante il calo della diffusione (-2,6%), i ricavi della vendita delle copie hanno tenuto per gli aumenti dei prezzi intervenuti nel biennio 2010-2011.
Nel 2011, il processo di riduzione dei costi ha incontrato resistenze sia nella ripresa del prezzo internazionale della carta, con costi di approvvigionamento aumentati dello 0,5%, sia nei costi per servizi in crescita dell’1,5%, sia nel costo del lavoro che ha mostrato una stabilità di fondo (-1,0%).
Il margine operativo lordo delle aziende editrici di quotidiani, pur mantenendosi positivo, ha accusato una contrazione del 29,6%. In valori assoluti il mol, che era pari a 151 milioni di euro nel 2010, è sceso a 106 milioni, con una diminuzione di circa 44 milioni e un’incidenza sul fatturato editoriale passata dal 5,2 al 3,7%.
Boom (+ 50%) dei lettori sul web
“Internet si è rivelato una risorsa che ha contribuito ad allargare il pubblico dei lettori”, spiega la Federazione editori. Tra il 2009 e il 2011, il numero complessivo di utenti attivi sul web in un giorno medio è passato da 10,4 a 13,1 milioni, con un incremento del 26%: in parallelo, il numero degli utenti di siti web di quotidiani in un giorno medio è passato da 4 a 6 milioni, con un incremento del 50%.
La percentuale di utenti di siti web di quotidiani sul totale dell’utenza nel giorno medio era del 38,3% nel 2009; nel 2011 è salita al 46,8% e, verosimilmente, quest’anno supererà la soglia del 50%.
Le rilevazioni Audiweb – prosegue il rapporto – sono confortate anche da quelle dell’Istat che, nel Report su “Cittadini e nuove tecnologie” dello scorso dicembre, ha rilevato che tra le persone di 6 anni e più che hanno utilizzato internet nel 2011, il 51% lo ha fatto per leggere o scaricare giornali e riviste. Nel 2010 erano il 44%.
La lettura di giornali online è un’applicazione superata soltanto dalle comunicazioni di posta elettronica (80,7%) e dall’e-commerce (68,2%).
Meglio la stampa periodica
“Dopo il consistente calo del 2009, soprattutto evidente sul terreno pubblicitario (-29,1%), nel biennio successivo la stampa periodica ha dimostrato una maggiore capacità di tenuta riuscendo a circoscrivere il calo del fatturato editoriale, senza peraltro manifestare segnali di ripresa”. Lo si legge nel rapporto Fieg “La stampa in Italia 2009-2011”.
Nel 2011, il fatturato dei periodici viene stimato in calo del 2,9%, con le due componenti, ricavi pubblicitari e da vendita, che retrocedono, rispettivamente, del 2,7% e del 3,0%.
Per quanto riguarda la pubblicità, il decremento è stato meno ampio di quello accusato dai quotidiani. Per quanto riguarda gli andamenti delle vendite, i dati sono allineati nell’indicare una flessione che, nel triennio 2009-2011, ha riguardato tanto i settimanali (-7,6%) quanto i mensili (- 18,0%). Il calo ha subito un’accelerazione nel 2011 per entrambe le periodicità: -6,3% per i settimanali (nel 2010 la flessione era stata dell’1,4%); -9,9% per i mensili (nel 2010, la flessione era stata del 9,0%).
Occupazione 2011: giornalisti -6,1%; poligrafici -3,7%
Il mercato pubblicitario “resta fortemente squilibrato in favore del mezzo televisivo e la situazione dovrebbe aggravarsi nell’anno in corso, in quanto le previsioni indicano un ulteriore calo degli investimenti pubblicitari e a farne le spese saranno ancora una volta i mezzi stampati”. Lo si legge nel rapporto Fieg “La stampa in Italia 2009-2011”. Le tendenze in atto sono tutte di segno negativo. Nel 2011 – rileva la Fieg – i quotidiani a pagamento hanno subito una flessione del 6,2%; i quotidiani free addirittura del 22,4%; i periodici del 3,6%. In termini di incidenza, la stampa nel complesso ha subito un’ulteriore erosione della sua quota di mercato: dal 25,4 al 24,7%.
La televisione, pur arretrando (-3,0% rispetto al 2010), ha visto la sua quota di mercato aumentare dal 53,7 al 53,9%. Internet ha continuato la sua corsa (+14,6%), con una quota di mercato salita dal 6,0 al 7,1%.
Nella struttura dei ricavi perdono di peso quelli pubblicitari scesi dal 48,9% del 2008 al 46,7% del 2010. Sono inoltre in diminuzione i ricavi da vendite in abbonamento, con una dinamica che nel 2010 (-5,9%) è stata maggiore dei ricavi complessivi (-4,5%).
In calo anche i collaterali (-27,8% nel 2010), mentre sono in forte crescita i ricavi da attività online (38,8% nel 2010 e 32% nel 2011), anche se in valori assoluti l’incidenza sul fatturato è ancora limitata (1,4%).
L’occupazione poligrafica e quella giornalistica sono in forte flessione. Nel 2010 e nel 2011, i poligrafici sono diminuiti dell’8,2 e del 3,7%; i giornalisti del 4,4 e del 6,1%.
Nel 2011, i giornalisti occupati dei quotidiani sono diminuiti del 7,2% e quelli occupati nei periodici del 4,3%.
Anselmi: “Fondi pubblici ai giornali veri, non a quelli di partito”
“I giornali di partito non hanno titolo ai finanziamenti interni all’editoria avendo già i partiti accesso ai finanziamenti pubblici”. Lo ha detto il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, in occasione della presentazione dello studio “La stampa in Italia 2009-2011”, precisando che “il criterio più rilevante è che i finanziamenti vengano erogati sulla base delle copie effettivamente vendute”.
“Gli editori italiani – ha proseguito – sanno che non è più tempo di interventi a pioggia e di distribuzione indiscriminata di risorse. Pubblicamente e ripetutamente si sono detti favorevoli a una ventata di moralizzazione e trasparenza. Occorre indirizzare i contributi pubblici verso i giornali veri: per copie vendute e per numero di dipendenti con regolari contratti. Conseguentemente, nella determinazione dei contributi, dovrebbero essere eliminate le distorsioni, ad esempio quelle che si esprimo attraverso i ‘giornali panini’”.
Anselmi: “Tutela del copyright per le aziende editoriali”. Peluffo: “Gli editori facciano la loro parte”
“Le aziende hanno diritto che la proprietà intellettuale sui prodotti venga garantita, perché si tratta uno strumento necessario per la loro sopravvivenza. È un problema tutto italiano non avere un quadro normativo di riferimento, in particolar modo in un momento di crisi del mercato”. Lo ha detto il presidente della Fieg e dell’Ansa, Giulio Anselmi, in occasione della presentazione dello studio “La stampa in Italia 2009-2011”.
“Auspichiamo che l’Authority metta in pratica un’azione a tutela del copyright e che si arrivi ad un punto di caduta positivo”, ha replicato nel suo intervento il sottosegretario all’Editoria, Paolo Peluffo, riferendosi al regolamento che l’Agcom dovrebbe approvare prima della scadenza degli attuali componenti.
“Poi – ha proseguito – ragioneremo su quello che deve fare il governo e la sede per deciderlo è l’Agenda digitale. Gli editori devono però fare la loro parte nella difesa del diritto d’autore, promuovendo prodotti di qualità sul digitale a prezzi adeguati”. (Ansa)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *