Nella lista dei “10 peggior mestieri al mondo” della statunitense Careercast il reporter è al 5° posto. Battuto anche dal lavapiatti

Voglio fare il giornalista, ma è meglio il cameriere

REGGIO CALABRIA – Dovrebbero dare uno sguardo alla classifica dei mestieri migliori e peggiori al mondo, appena pubblicata da Careercast (www.careercast.com), tra le società leader che analizzano le professioni – e gli sbocchi professionali – le centinaia di ragazzi e ragazze che ancora sognano, ad occhi per la verità non troppo aperti, di fare il giornalista.
Già, perché nella lista dei 10 peggiori mestieri da un capo all’altro della terra compare proprio il reporter. Incasellato in una poco incoraggiante 196esima posizione, nella classifica generale, e al 5° posto nella top ten dei “worst jobs of 2012”. Superato – in negativo – dal “lumberjack”, il taglialegna, che si aggiudica il podio tra i 10 mestieri che nessuno dovrebbe fare. Battuto dal cameriere e dal lavapiatti. Nel senso che queste ultime saranno sì professioni meno blasonate, ma considerate, a quanto pare anche negli Usa (la Careercast ha sede in California), più remunerative e con più opportunità, per il lavoratore, di essere assunto – e pagato – rispetto a quella del giornalista. Che – sempre secondo la società americana – ha un guadagno medio di 35.275 dollari all’anno, insufficienti a garantirsi, oggi, un “pedigree” migliore, appunto, di un “dishwasher”. Forse perché quest’ultimo, è il caso di dirlo, i piatti non li laverebbe mai gratis.
Nella lista dei mestieri meno consigliati, restando sempre nell’universo dei media, va addirittura meglio al “broadcaster”, colui o colei, cioè, che inserisce contenuti in radio e in tv, e che vince sul reporter, collocandosi come fanalino di coda (ma la classifica dei mestieri peggiori, ricordiamolo, va letta la contrario).
Insomma, anche il semplice riempire di news un “contenitore” radiofonico o televisivo sarebbe meglio che fare il giornalista. Che le notizie le dà. Guadagnando, però, di meno e stressandosi di più. Lo dice Careercast. Quanto a noi, invece, c’era bisogno che venissero a dircelo gli americani?

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