Viviana Tartaglini accusata di aver avuto in anticipo la traccia dell’elaborato. L’Odg si ritiene parte lesa

Il pm Siddi vuol vederci chiaro sull’esame della giornalista

La prova scritta dell’esame di idoneità professionale all’Ergife di Roma

VITERBO – Preoccupa quanto accaduto nella sede del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti dove sono piombate le forze dell’ordine per acquisire, su mandato della magistratura di Viterbo, coordinata dal pm Massimiliano Siddi, un fascicolo relativo all’esame sostenuto da una candidata, Viviana Tartaglini de “L’Opinione” di Viterbo, nella 106ª sessione di esami di idoneità del 18 gennaio 2011, per le ipotesi di reato di cui agli articoli 110 (concorso di più persone), 323 (abuso d’ufficio) e 326 (rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio) del codice penale.
Dal contenuto del documento fornito dalla magistratura, la vicenda che ha portato al sequestro nasce da un esposto presentato da uno o più giornalisti che, nei giorni precedenti la prova scritta del 18 gennaio, avrebbe affermato di avere la traccia di un elaborato, poi assegnato in sede d’esame.
La candidata al centro della vicenda, e della denuncia, avrebbe, inoltre, inviato, sempre nei giorni precedenti l’esame, una email ad un collega chiedendogli di scrivere 60 righe sull’argomento, il motociclismo. Risultato: alla “committente” sarebbe, quindi, arrivato un articolo (come da richiesta, via email) su Valentino Rossi, all’epoca impegnato con seri problemi con la Ducati.
In merito alla vicenda in corso, il Consiglio nazionale precisa che “le Commissioni d’esame sono costituite da 5 giornalisti professionisti effettivi e 5 supplenti, da 2 magistrati effettivi e 2 supplenti (questi ultimi, tra cui il Presidente della Commissione, erano tutti presenti il giorno della prova scritta).
Come da regolamento, le tracce per l’esame sono state predisposte la mattina stessa della prova. Per la 106ª sessione ne sono state predisposte 24 che poi sono state incrociate in tre buste, sedici per busta, due per argomento. La traccia che sarebbe stata già conosciuta dalla persona indagata, figurava nelle buste 1 e 2”.
“Questa seconda – si affretta a dire l’Ordine – è risultata quella poi estratta da tre candidati, scelti a caso dal Presidente, tra cui non figurava il soggetto interessato, alla presenza di tutti i partecipanti”.
E ancora: “Come noto, la prova scritta non consiste solo nella stesura di un articolo, – precisa l’Odg – ma prevede una sintesi che è tratta rigorosamente dai quotidiani del mattino e la risposta a un questionario di sei domande, tre di natura giuridica e le altre di cultura generale. L’ammissione all’orale deriva dalla media aritmetica delle tre prove con un minimo di 36/60”.
L’Ordine di via Parigi sostiene, inoltre, che “la persona indagata ha avuto una media complessiva, dopo la prova orale, di 48,83/60, e aveva superato le tre prove scritte con la seguente votazione: sintesi 44, questionario 40, redazione articolo 44 con una media di ammissione all’orale di 42,66/60”.
Stando a questa tesi, dunque, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti si ritiene “parte lesa” e annuncia che “si costituirà parte civile nei confronti di chiunque formulasse una accusa e in tal senso procederà, con tutti gli atti necessari, presso la Procura di Viterbo”.

Un commento:

  1. L’Ordine avrà anche le sue ragioni…tuttavia l’unico precedente in materia risale a una dozzina di anni fa…il presidente si chiamava Guido Guidi…era un galantuomo e si dimise…!

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