Marios Lolos è il terzo giornalista che viene ferito in due giorni durante le proteste in Piazza Syntagma

Fotoreporter pestato a sangue dalla polizia greca

Marios Lolos

ATENE (Grecia) – Un fotoreporter che stava seguendo una protesta anti-austerity in Piazza Syntagma, ad Atene, è stato gravemente ferito dalla polizia antisommossa. A riferirlo, la radio locale, secondo cui Marios Lolos ha riportato gravi ferite alla testa dopo essere stato ripetutamente percosso dagli agenti armati di manganelli nel corso di tafferugli che hanno opposto la polizia ai manifestanti.
Il giornalista è stato sottoposto, ieri, ad un intervento chirurgico. Lolos è il terzo reporter che viene ferito in due giorni durante le proteste in Piazza Syntagma. L’unione dei fotogiornalisti greci, di cui Lolos è presidente, ha denunciato “l’attacco barbaro e non provocato” e il fatto che i rappresentanti dei media siano stati “presi di mira dalla polizia”. (Adnkronos/Dpa)
Solidarietà a Marios Lolos, presidente del sindacato dei fotogiornalisti greci, è stata espressa dall’Associazione “Lettera 22”.  “Il collega – è scritto in una nota – stava seguendo l’ennesima protesta anti-austerity davanti al parlamento greco in piazza Syntagma ad Atene e ha riportato gravissime ferite al capo dopo essere stato ripetutamente colpito dai manganelli della polizia ellenica.
Siamo vicini – prosegue Lettera22 – a Marios e ai colleghi greci che in questo momento di crisi stanno facendo un importante lavoro per non far spegner i riflettori sulla durissima situazione che il popolo greco sta vivendo, nonostante le difficili condizioni di lavoro per i giornalisti durante le manifestazioni. Mercoledì sera, sempre davanti al Parlamento, negli scontri con la polizia erano già stati feriti altri due giornalisti: Giorgos Gerafentis di Tv Net e Rania Maniou di Antenna T.
Poche settimane fa, invece due colleghi italiani erano stati intimiditi dalla celere greca e proprio Marios Lolos era intervenuto per evitare il pestaggio. Noi di Lettera22 – conclude la nota – ci auguriamo che non si vengano più a ripetere episodi di questa gravità, che fanno pensare non a una capitale europea, ma a una zona di guerra”.

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