Il direttore Emanuele Macaluso alza le mani: “Amministrazione ad un commissario liquidatore”

Domani l’ultimo numero de “il Riformista”

Emanuele Macaluso

ROMA – “In queste ultime settimane abbiamo reso noto ai nostri lettori le difficoltà che incontravamo per continuare a pubblicare “il Riformista”. Oggi con grande amarezza vi diciamo che tutti i tentativi fatti per salvare il salvabile, non hanno avuto esito positivo.
L’assemblea dei soci, quindi, ha deciso di affidare a un liquidatore l’amministrazione della cooperativa e di sospendere la pubblicazione del giornale”. Lo scrive il direttore de “il Riformista”, Emanuele Macaluso nell’editoriale che uscirà nel numero in edicola domani.
“Dico sospendere perché, a norma di legge, se c’è un editore che mostra con i fatti di essere in grado di riprendere la pubblicazione, la liquidazione può essere revocata. A chi nei giorni scorsi si è fatto avanti gli amministratori della cooperativa hanno mostrato carte e conti, che sono in perfetto ordine e alla luce del sole, e la disponibilità a sostituire soci e direttore. Ad oggi nessuno ancora ha deciso di fare il passo decisivo, spero che ci sia chi lo faccia in questi giorni in cui opera solo il liquidatore. Tuttavia, comunque vadano le cose, da oggi non sarò più il direttore di questo giornale”.
Ricorda il direttore di aver “accettato l’offerta dei vecchi editori (sempre incombenti) di provare a resuscitare il giornale già chiuso, entro un anno, solo se si realizzavano tutti gli impegni contrattuali e se il contributo pubblico non fosse stato decurtato. Non è stato così. L’anno che, ormai, è alle nostre spalle è stato denso di avvenimenti politici e sociali che abbiamo commentato quotidianamente con un nostro punto di vista”.
Il suo lungo e amaro editoriale d’addio Macaluso lo conclude spiegando che “il Riformista è un piccolo ma significativo quotidiano con redattori giovani e di qualità che spero possano continuare a scrivere e lavorare in questo giornale; e un personale «tecnico» di eccezionale professionalità e disponibilità.
Sono particolarmente grato – afferma Macaluso – a Marcello Del Bosco che, con professionalità e abnegazione, ha condiviso con me la direzione del giornale. Ringrazio chi ha collaborato scrivendo sul Riformista. Ricorderò tutti con affetto.
Mi dispiace – aggiunge il direttore – che in un momento difficile per il giornale, e amarissimo per me, ci sia stato qualcuno che in redazione con il suo agire scorretto mi ha costretto a chiudere in modo brusco il mio impegno che ho profuso con disinteresse e passione. Infine, voglio ribadire che non ce l’abbiamo fatta, anche per ragioni politico-editoriali, per nostre, soprattutto mie, deficienze. Non ce l’abbiamo fatta, come ho detto in altre occasioni, anche perché chi poteva darci una mano, soprattutto il movimento cooperativo con la pubblicità che concede a destra e a manca, ma anche il sindacato, non ce l’ha data. È un segno dei tempi. Ma non mi arrendo. E con me Gianni Cervetti che ha condiviso questa avventura. In un modo o in un altro, per quel che mi riguarda personalmente, finché avrò forze fisiche, continuerò la mia battaglia. Grazie a tanti lettori e amici che in questi giorni mi hanno mostrato solidarietà e stima”. (Ansa)

La solidarietà di Fnsi e Associazione Stampa Romana

ROMA – Scelta dolorosa e amara, quella della chiusura de “il Riformista” decisa dall’assemblea dei soci e comunicata pubblicamente alle agenzie di stampa dal direttore Emanuele Macaluso.
La Fnsi, appena pochi giorni fa, aveva sollecitato la ripresa di un tavolo di confronto con la redazione e le parti sociali con lo scopo di evitare una conclusione traumatica di un importante giornale di idee e di riferimento politico. Oggi, invece, arriva la notizia della chiusura della testata con il profondo dissenso di una redazione che rappresenta un patrimonio professionale di valore al quale va tutta la solidarietà del sindacato dei giornalisti.
Il direttore Macaluso, nell’editoriale di commiato parla di sospensione, ricordando che un nuovo editore potrebbe prendere il posto della cooperativa. I giornalisti denunciano con forza come nella vicenda sia mancata piena chiarezza e come sia venuto meno l’ascolto e soprattutto quel tavolo di confronto che era stato invocato dal sindacato.
Ricordiamo che con i colleghi alcuni mesi si era sottoscritta una intesa per contratti di solidarietà finalizzati proprio al salvataggio della testata. Questo è un sacrificio che meritava di essere considerato adeguatamente e che mantiene tutto il suo valore anche oggi.
Per questo Fnsi e Asr chiedono che la gestione della liquidazione amministrativa del giornale non si limiti a meri atti di chiusura contabile ma cerchi in ogni modo di recuperare questa partecipazione, fatta di sacrifici, ricercando ogni strada perché una nuova compagine editoriale porti al più presto alla ripresa delle pubblicazioni.

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