Il presidente spiega che la scadenza del mandato triennale si avrà quando l’assemblea dei soci approverà il bilancio

Garimberti: “Il compito del Cda Rai non finisce il 28 marzo”

Paolo Garimberti

ROMA – “Non è vero che questo Cda esaurisce il suo compito il 28 marzo, è un’imprecisione quella che da giorni leggo sui giornali. Il Cda va avanti fino a quando non ne viene nominato un nuovo, e comunque ci sono delle scadenze procedurali ben definite e precise. Dopo è compito di altri. Resto in attesa che qualcuno mi dica se togliere le tende o no, o di sapere se c’è qualcun altro che deve piantare i chiodi o i paletti per nuove tende…”.
Lo ha detto Paolo Garimberti, presidente della Rai, a margine della tavola rotonda di presentazione della serie tv  “Istituzioni”. Garimberti ha spiegato che la scadenza del mandato triennale si avrà “quando l’assemblea dei soci avrà approvato il bilancio che il direttore generale porterà dapprima all’esame del Cda”.
E’, infatti, solo dall’assemblea degli azionisti che arriva l’approvazione definitiva dell’importante documento contabile dell’azienda di viale Mazzini, ”il Cda scade solo allora”. Detto questo, però, “l’azienda va comunque amministrata, va assicurata l’ordinaria amministrazione, e io non voglio venir meno al mio ruolo di amministratore”.
Garimberti ha, quindi, spiegato che poi “è compito del Parlamento, del governo e della commissione di Vigilanza procedere, da quel momento in poi si aspettano le loro decisioni, non prima. Non faccio previsioni né propongo scenari, non è mio compito”.
Il presidente auspica, comunque, una riforma della governance, “è il Parlamento che deve farla. All’atto pratico, l’attuale governance non consente snellezza nella gestione di una azienda, di una società. C’è un meccanismo complicato, per importi superiori ai 2,5 milioni di euro occorre che si pronunci il Cda, e quindi aumentano le carte, i passaggi burocratici, c’è rischio di paralisi nell’attività. Quello che dico è che ognuno faccia il proprio…Chi deve piantare i chiodi per nuove tende”.
Ma Garimberti oggi ripeterebbe quell’aggettivo “ingovernabile” pronunciato il primo dicembre scorso e riferito alla Rai? “Quella parola era una sintesi giornalistica di una situazion edi difficile gestione quotidiana in questa azienda. In questo stava la parola ingovernabile”. (Agi)

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