Il presidente della Fnsi, Roberto Natale, al convegno Pd di Catanzaro: “Monitoriamo le proprietà editoriali”

Minacce e precariato non abitano solo in Calabria

Clemente Angotti

Roberto Natale

Claudio Sardo

CATANZARO – Mai più cronisti minacciati e intimiditi per il loro lavoro. E’ il messaggio, ma anche l’auspicio generale, che giunge dalla Calabria al termine della “due giorni” promossa dai dipartimenti Informazione e Sicurezza del Pd che ha messo assieme le esperienze e le testimonianze di giornalisti “di trincea”, politici ed esperti dinanzi ad un’emergenza civile che, ormai, non conosce confini dal Nord al Sud del Paese.
Dopo Reggio, la campagna del partito “Per la libera informazione” ha fatto sosta a Catanzaro con l’appuntamento dedicato al tema “Notizie sotto scorta” introdotto da Domenico Petrolo, del dipartimento informazione del Pd. E il fenomeno preoccupante delle minacce e delle intimidazioni ha trovato conferma dal monitoraggio attuato dall’Osservatorio Ossigeno per l’informazione voluto da Fnsi e Ordine dei giornalisti e diretto da Alberto Spampinato.
“Da tre anni – ha detto Spampinato – seguiamo il fenomeno in tutta Italia e abbiamo tracciato un quadro che è impressionante perché finora nessuno si era occupato di mettere insieme tutti i pezzi e del problema si parlava solo episodicamente”.
Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, ha messo in evidenza come in Italia “ancora oggi a tutte le latitudini, e non solo in Calabria, ci siano giornalisti ai quali è impedito di fare il loro lavoro fino in fondo”.
Per il commissario regionale del Pd, Alfredo D’Attorre, “una stampa libera e non soggetta a condizionamenti è essenziale per aprire una nuova stagione di sviluppo civile in Calabria. Alla stampa non chiediamo indulgenze, ma anzi promuoviamo occasioni in cui non mancano sollecitazioni e critiche nei nostri confronti”.
“Da parte nostra – ha detto Matteo Orfini, responsabile informazione del partito – c’è un elemento di solidarietà che qui abbiamo voluto manifestare ai giornalisti minacciati dalla malavita ma intimiditi anche dalla politica come spesso è accaduto e accade in questa regione. Con la necessità di accendere un riflettore su quello che sta accadendo a Reggio Calabria ma anche a Catanzaro”.
“I problemi che discutiamo qui oggi – ha sostenuto Roberto Natale, presidente della Fnsi – non sono certamente solo della Calabria né sul versante delle minacce al giornalismo, né sul versante della precarizzazione drammatica della professione. Chiediamo che anche in Calabria si faccia un monitoraggio delle proprietà editoriali perché a volte ci sono zone grigie preoccupanti. Sarebbe un modo concreto per sostenere giornalisti e giornaliste che rischiano troppo per fare il loro lavoro”.
Per il direttore de “l’Unità”, Claudio Sardo, “la mafia si combatte in un’alleanza tra la società e le istituzioni. E’ fondamentale, ad esempio, la decisione che sta per essere perfezionata in parlamento per l’istituzione di un rating antimafia. La libertà dell’informazione e il pluralismo sono delle componenti decisive per la crescita del paese. E sbaglia chi pensa che il pluralismo possa essere trascurato”.
In tribuna si sono alternate le testimonianze di cronisti minacciati come Rosaria Capacchione del Mattino di Napoli, Pino Maniaci (Telejato) e Michele Albanese del Quotidiano della Calabria. E ancora gli interventi di Claudio Giardullo (Silp-Cgil), del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, di Riccardo Croce (Esserci) e di Santo della Volpe, presidente di Libera Informazione. L’incontro è stato concluso da Salvatore Scalzo, candidato del centrosinistra a sindaco di Catanzaro. (Ansa).

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