
Franco Siddi

Paolo Peluffo
ROMA – “Il pluralismo dell’informazione si difende con prodotti editoriali letti dal pubblico e per i finanziamenti dell’anno prossimo ci orienteremo sulle copie effettivamente vendute”.
Così il sottosegretario con delega all’Editoria, Paolo Peluffo, che speiga: “Il presidente del Consiglio ed io riteniamo che sia necessario ripensare ai meccanismi per risparmi di spesa, in linea con nuovi criteri di trasparenza del sistema, e che ci voglia maggiore efficacia nel premiare chi industrialmente è riuscito a stare meglio sul mercato e fa, quindi, prodotti editoriali che vengono letti”.
“Pur tuttavia – sottolinea Peluffo – ciò non poteva essere fatto con un taglio dell’80% e, dunque, si è provveduto ad elevare il fondo di quest’anno a 120 milioni di euro che sono, comunque, 30 in meno rispetto ai costi di esercizio dell’anno scorso”.
Mentre, sui contributi del 2013 in base ai costi di esercizio del 2012, Peluffo annuncia: “Per l’anno prossimo ci dovremmo muovere – ma se ne parlerà prima in Parlamento – verso una maggiore selettività dal punto di vista industriale aprendo le prospettive all’online, così come copriremo quei costi effettivi che premiano quei soggetti che hanno portato alla lettura dei loro prodotti, perché il pluralismo si difende sostenendo iniziative editoriali che vengono lette dall’opinione pubblica. Ci orienteremo, dunque, verso le copie effettivamente vendute”.
Sulla questione interviene il segretario della Fnsi, Franco Siddi: “Selettività e valutazione premiale per le copie effettivamente vendute, ma il pluralismo dell’informazione non è solo un dato commerciale. Occorrerà pertanto calibrare bene i ‘punteggi’ che si assegneranno alle varie voci utilizzabili per misurare i contributi pubblici all’editoria”.
Comunque, “un parametro fondamentale, come già condiviso con il Governo, dovrà essere quello dell’occupazione professionale giornalistica – incalza Siddi – regolarmente inquadrata secondo le leggi e il contratto. Quanto all’apertura a contributi per l’online, la legge li rende, oggi, possibili solo per i giornali di partito.
Quindi, in questo caso, l’elemento cardine nel calcolare il contributo sostenibile, certamente e di molto inferiore rispetto ai giornali di carta, dovrà essere proprio la considerazione della redazione giornalistica professionale. A questo punto – conclude il segretario della Fnsi – attendiamo il confronto sul nuovo regolamento ricordando, tuttavia, che i giornali cartacei non sono certo il passato”.