In quattro giorni 
hanno votato 6.633 giornalisti su 48.443 elettori pari al 13.69%. Al seggio domani e domenica dalle 10 alle 20

Elezioni Inpgi: requiem per il voto elettronico

ROMA – I sostenitori del voto elettronico sono serviti. Dopo quattro giorni di voto on line per il rinnovo degli organi statutari dell’Inpgi, hanno votato appena 6.633 giornalisti su un totale di 48.443 aventi diritto, pari al 13,69 per cento. E il fallimento assume proporzioni più ampie se si considera che circa 10mila giornalisti hanno la doppia posizione (Inpgi 1 e 2), per un totale di 58.532.
Un disastro di cui, naturalmente, non è affatto responsabile il presidente Andrea Camporese, che ha appena fatto in tempo ad ereditare l’attuale sistema elettorale, con l’errata convinzione di favorire un’ampia partecipazione. Anzi, Camporese ha fatto di tutto per garantire, da presidente di tutti, la piena applicazione di un sistema che i numeri dimostrano non renda, però, quello che costa.
Senza contare le troppe difficoltà che l’apparato burocratico non ha certo contribuito a risolvere. Ad urne ancora “aperte” – sabato e domenica si vota ai seggi dalle 10 alle 20 – è ancora presto per i commenti e le analisi, ma sono già troppe le lamentele e le proteste che si registrano riguardo al voto elettronico.
Dalle procedure di richiesta alla macchinosità del sistema di rilascio delle password e dei codici-iscritto nelle varie Circoscrizioni che, contrariamente alle previsioni, non è stata affatto immediata. Anzi, dagli appositi addetti (tutti impiegati amministrativi dell’Inpgi), c’è chi ha ricevuto i codici – trasmessi dall’Ufficio Elettorale di Roma – dopo la chiusura del voto (alle ore 12 di ieri), e chi non li ha ricevuti affatto.
Senza contare le incresciose difficoltà incontrate nell’inserimento dei codici in un sistema che ha costretto i giornalisti a ripetere, più volte, le operazioni necessarie al cambio della password. Ed ancora chi, nell’apprestarsi a votare per il Consiglio Generale, si è ritrovato davanti a nomi a lui sconosciuti, semplicemente perché era stato erroneamente inserito negli elenchi di un’altra Circoscrizione.
Dulcis in fundo, alcuni, addirittura si sono visti interrompere il collegamento durante il voto. C’è stato, infatti, chi ha fatto appena in tempo a votare per il Consiglio Generale dell’Inpgi 1, ma non ha potuto votare per il Collegio dei Sindaci e gli organismi dell’Inpgi 2 perché a mezzogiorno in punto è stata “staccata la spina” del voto. Come se alle Elezioni Politiche, all’ora di chiusura del seggio, il presidente entrasse in cabina per strappare di mano all’elettore, che aveva appena votato per la Camera dei Deputati, la scheda per il Senato della Repubblica.
Quanto ai “numeri”, l’Ufficio Elettorale Centrale si è limitato a comunicare che per l’elezione dei membri attivi nel Consiglio generale ha votato il 15.76% degli aventi diritto, 3.772 votanti su 23.928 elettori. Per i pensionati hanno espresso il voto on line il 19.65% degli aventi diritto, 1.018 votanti su 5.180 elettori. Infine, per quanto riguarda il rinnovo del Collegio sindacale, ha votato il 15.35%, cioè 4.467 votanti su 29.108 elettori.
Relativamente alla Gestione separata Inpgi 2, per l’elezione del Comitato amministratore è stata registrata un’affluenza pari all’11.58%, corrispondente a 3.406 votanti su 29.407 aventi diritto. Per l’elezione dei rappresentanti dell’Inpgi 2 in seno al Collegio sindacale hanno votato 3.330 elettori su 29.407 aventi diritto, con una affluenza pari all’11.32%.
Un Ufficio Elettorale che, evidentemente, risente di un’impostazione burocratico-amministrativa che fa a pugni con una professione, quella di giornalista, che assicura l’esistenza allo stesso Istituto. E’, infatti, paradossale che proprio l’Ufficio Elettorale dell’Istituto di previdenza dei giornalisti non abbia mai diffuso, nei quattro giorni di voto, i dati relativi alla partecipazione distinti per regione.
Un dato elementare che, ad esempio, ogni Prefettura diffonde con aggiornamento continuo in occasione di ogni elezione politica e amministrativa della Repubblica Italiana. A meno che qualcuno non ritenga che persino i numeri relativi ai votanti siano “dati sensibili”.
E’ proprio strana la nostra categoria. Pretendiamo, in occasione di ogni elezione politica o amministrativa, i dati di affluenza alle urne e non lo facciamo in occasione delle nostre elezioni.
Il dibattito è aperto e Camporese, nel suo secondo mandato, sicuramente metterà mano anche a questi aspetti, forte dell’indiscutibile apporto del direttore generale, Tommaso Costantini. Ancora, però, è tempo di elezioni. Chi non ha votato on line potrà farlo personalmente domani, sabato 3 marzo, e domenica, nei seggi istituiti in ognuna delle venti Circoscrizioni, che rimarranno aperti interrottamente dalle ore 10 alle ore 20.

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