
L’annunciata nomina del liquidatore non è ancora avvenuta; i giornalisti hanno chiesto di poter usufruire della cassa integrazione, ma non hanno avuto ancora alcuna risposta; i collaboratori fissi hanno ricevuto una lettera di disdetta del contratto, gli altri non hanno avuto alcuna garanzia per i loro crediti.
L’Associazione della stampa sarda chiede pertanto un’assunzione di responsabilità da parte della società editrice e da chi la rappresenta perché si possa affrontare la crisi utilizzando gli ammortizzatori sociali previsti della legge, per rendere meno traumatici gli effetti dell’improvvisa ed inaspettata chiusura del giornale ad appena sei mesi dalla sua nascita.