Paolo Corsini ricorda che “la riforma della governance non compete al Governo ma al Parlamento”

“Rai: Usigrai ed Fnsi sbagliano destinatario”

Paolo Corsini

ROMA – “La lettera-appello sulla Rai di Usigrai, Fnsi e vertici degli altri organismi di categoria è stata inviata all’indirizzo sbagliato. La riforma della governance Rai in quanto servizio pubblico, infatti, non compete al Governo bensì al Parlamento, come chiaramente affermato da numerose sentenze e ordinanze della Corte Costituzionale (sentenze n. 225 del 1974, 194 del 1987, 69 del 2009 e l’ordinanza n.61 del 2008)”.
E’ quanto dichiara Paolo Corsini, consigliere nazionale Fnsi e presidente di Lettera22. “La Consulta – spiega Corsini – ha, infatti, chiaramente sancito l’esclusione del predominio del potere Esecutivo sulla Rai e che questa sia invece «nell’orbita del Parlamento», centrale nel governo del sistema radiotelevisivo pubblico, e «per esso la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi».
«Questo, ovviamente – a giudizio di Paolo Corsini – non per rispondere a logiche spartitorie o lottizzatrici, ma perché il Parlamento resta, nonostante tutto, l’unica sede che rappresenta, garantisce e tutela il pluralismo in termini effettivi. Natale, Siddi, Verna & co., poi, si contraddicono spudoratamente pur di dare dignità ad un’operazione che sembra coprire ben altri intenti. Da un lato chiedono di «individuare una proposta che ponga fine a ogni interferenza dei Governi, delle forze politiche e delle lobby sul servizio pubblico radiotelevisivo», dall’altra si rivolgono proprio al Presidente del Consiglio Monti (primo titolare di – almeno – una su tre delle forze che vorrebbero escludere) perché intervenga!”.
In ultimo, conclude il presidente di Lettera22, “la contrarietà ad ogni ipotesi di commissariamento è condivisibile anche se inutile, visto che l’ultimo bilancio in attivo esclude di fatto questa possibilità. In quanto ad «avvicinare l’Italia ai sistemi radiotelevisivi europei» e raggiungere «la certezza di risorse e la puntuale definizione della natura giuridica dell’azienda», sono punti che non possono non trovarci d’accordo”.

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