On line dall’8 gennaio, la testata si ispira “all’autodeterminazione dei popoli”. Per ora giornalisti volontari

Nasce “L’indipendenza”, sorella de “La Padania”

MILANO – Dall’8 gennaio sarà visitabile su internet “L’Indipendenza”, testata giornalistica che si ispira “all’autodeterminazione dei popoli”.
“Nasce con la volontà di essere un punto di riferimento per indipendentisti e autonomisti che si ispirano al principio dell’autodeterminazione dei popoli”, fanno sapere dalla redazione.
La direzione è affidata a Gianluca Marchi, giornalista professionista dal 1982. Una vita passata in molte redazioni. Diresse “La Padania”, pur non essendo iscritto al partito, negli anni degli esordi “quando per la Lega Nord la tentazione secessionista era più che un programma politico, era un’idea-forza, un mito aggregante capace di portare sulle rive del Po centinaia di migliaia di sostenitori”.
La data non è scelta a caso. “Iniziamo a 15 anni esatti dall’uscita del primo numero de ‘La Padania’ – precisa il direttore – per riprendere un cammino che qualcuno aveva giustamente indicato, ma poi abbandonato”.
Il parco collaboratori della testata si preannuncia ricco e variegato. “Per ora siamo un gruppo di amici che si autotassano per consentire la partenza e un pugno di giornalisti che lavorerà pressochè per volontariato”.
Un paio di rubriche saranno affidate alla penna di un’altra grande firma del mondo autonomista, Gilberto Oneto. Una si occuperà di storia e sarà dedicata “alla rivisitazione di avvenimenti e di personaggi poco noti o sistematicamente mistificati”, con particolare attenzione a temi caldi – e d’attualità, si potrebbe dire, se non fossero passati ben 150 anni, – come il Risorgimento. La seconda ospiterà recensioni per tenere aggiornati gli internauti sugli avvenimenti editoriali più rilevanti in materia di autodeterminazione.
In redazione spicca Leonardo Facco, padre e padrone dell’omonima casa editrice e autore di un libro particolarmente critico sulla Lega che ha suscitato molte polemiche. Ma da parte degli interessati non c’è nessun desiderio di polemizzare con le forze politiche dell’area autonomista.
“Si vuole parlare e informare su ciò di cui oramai più nessuno parla e informa, fatta eccezione di qualche isolata associazione culturale”.
“Speriamo di mobilitare molte persone – conclude Marchi – che, anche con piccoli gesti, ci aiutino a crescere e ad affermarci. Per questo una volta usciti lanceremo una sottoscrizione”. (Agi)

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