I pm di Palermo hanno acquisito un appunto di Guglielmo Sasinini sequestrato dalla Procura di Milano

Trattativa tra Stato e mafia: sentito giornalista

Vito e Massimo Ciancimino

PALERMO – Il giornalista Guglielmo Sasinini, ex collaboratore dell’Avvenire, attualmente sotto processo a Milano per lo scandalo Telecom, è stato sentito dai pm di Palermo che indagano sulla trattativa tra Stato e mafia.
I magistrati hanno acquisito agli atti dell’inchiesta un appunto, sequestrato dalla Procura lombarda e scritto da Sasinini probabilmente alla fine degli anni ’90, in cui il giornalista riporta alcune sue riflessioni sulla trattativa e mostra di conoscere particolari all’epoca inediti sul dialogo Stato-mafia.
Sasinini, nel ’93, frequentava un altro personaggio chiave della vicenda: l’allora numero due del Dap, Francesco Di Maggio. L’agente di scorta di Di Maggio, Nicola Cristella, in un verbale di interrogatorio, racconta che quell’estate, la stessa in cui il Dap suggerì al ministro della Giustizia di revocare il 41 bis a oltre 330 mafiosi, il numero due del Dipartimento era solito incontrare Sasinini, ma non solo.
Cristella riferisce di incontri ripetuti anche tra Di Maggio e l’allora colonnello dei carabinieri, Mario Mori, ora sotto processo per favoreggiamento alla mafia e indagato per la trattativa: i due vengono definiti «commensali abituali» in cene a cui partecipava spesso anche il maggiore del Sisde, Umberto Bonaventura.
Il verbale d’interrogatorio di Cristella è stato depositato agli atti del processo Mori: dalla testimonianza dell’agente emergono stretti rapporti tra l’allora colonnello dell’Arma e Di Maggio proprio in uno dei periodi più caldi della trattativa che, secondo i pm, aveva l’attenuazione del 41 bis tra i punti all’ordine del giorno. (Ansa).

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