Ahmet Sik e Nedim Sener scortati dalla polizia turca
ISTAMBUL (Turchia) – E’ iniziato oggi a Istanbul, ma è stato subito aggiornato, il processo a due celebri giornalisti, Ahmet Sik e Nedim Sener, accusati di complicità con Ergenekon, l’organizzazione che avrebbe mirato a rovesciare il governo islamico-moderato di Recep Tayyip Erdogan.
Tra le più note firme del giornalismo turco, Sik e Sener, in carcere già da nove mesi, sono alla sbarra con altri cinque reporter – complessivamente gli imputati sono 14 – in un procedimento considerato un vero e proprio banco di prova per la libertà di stampa e di espressione nel Paese.
Secondo l’atto d’accusa, Ergenekon aveva costituito una sorta di “braccio mediatico” che avrebbe dovuto “orientare l’opinione pubblica”, in particolare garantendo un forte impatto alle “azioni di provocazione” da mettere in campo per destabilizzare il governo.
Per creare nel Paese un’atmosfera favorevole a un colpo di stato, infatti, dovevano essere organizzati attentati e omicidi. Ergenekon sarebbe stata una vera e propria rete, con accademici, giornalisti, giudici, esponenti deviati dei servizi segreti. E i due celebri reporter, entrambi collaboratori di Oda Tv, testata online nota per la linea dura contro Erdogan, sono finiti nel mirino.
Arrestati la scorsa primavera, hanno dovuto attendere mesi prima di vedere un giudice. Sik a marzo ha visto confiscate le bozze di un suo libro sulle infiltrazioni di elementi islamici nella polizia (L’armata dell’Imam).
Per l’accusa, il manoscritto sarebbe stato una sorta di manuale preparato con altri sospetti membri di Ergenekon per fornire istruzioni all’organizzazione. Solo per questo il giornalista rischia 15 anni. Sener, da parte sua, ha pubblicato un’opera sull’omicidio del giornalista di origine armena Hrant Dink, ucciso nel 2007, e in questo libro critica l’inchiesta su Ergenekon. (TMNews)
