
Rosaria Malcangi
RUVO DI PUGLIA (Bari) – Il mondo del giornalismo e le istituzioni si stringono attorno alla giornalista Rosaria Malcangi, giovane collaboratrice de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, destinataria di una bomba carta fatta esplodere davanti al cancello della sua abitazione di Ruvo di Puglia, in provincia di Bari. Rosaria è corrispondente da Ruvo e Terlizzi, la città del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
Il potente ordigno rudimentale, alto 22 centimetri e largo 20, è stato collocato nel cortiletto della casa della giornalista, che gli attentatori hanno raggiunto forzando il cancello d’ingresso. L’esplosione ha provocato lievi danni ma tanta paura alla famiglia di Rosaria che, nel cuore della notte, stava riposando.
Solidarietà è stata espressa dal Comitato di redazione de “La Gazzetta del Mezzogiorno” e dall’Assostampa di Puglia, che hanno condannato “il vile atto intimidatorio” auspicando che le forze dell’ordine e la magistratura facciano subito piena luce sull’episodio identificando i responsabili”. Il Cdr, in particolare, denuncia che “l’inqualificabile voglia di creare un clima di paura non farà desistere La Gazzetta del Mezzogiorno e i suoi giornalisti nell’opera di informazione libera da bavagli e da condizionamenti di ogni genere”.
Anche il sindaco di Ruvo, Vito Nicola Ottombrini, a nome dell’Amministrazione Comunale e di tutta la città, ha espresso “la più viva e sincera solidarietà per l’evento deprecabile e infido” di cui la giornalista e i suoi familiari sono stati vittime.
“La violenza e l’intimidazione violenta – ha denunciato il sindaco – sono atteggiamenti che debbono essere combattuti senza alcuna remora sempre ed in ogni occasione, ma ancor più grave è se tali azioni interessano un cittadino che si impegna a diffondere informazione. La libertà di stampa, il dovere di informazione e la libertà di esprimere dialetticamente punti di vista in un Paese democratico sono fondamenti costituzionali imprescindibili e che meritano la difesa più strenua da parte di tutte e istituzioni e di tutti i cittadini italiani.
Una minaccia vigliacca – sottolinea Ottombrini – che coinvolge una intera famiglia merita il massimo impegno nell’individuare i responsabili di un atto che lede le persone ed un diritto democratico”.