Professionista dal 1947, è stato caporedattore di “Momento Sera”. Tra i fondatori del Siai, aveva 88 anni

Addio a Walter Colli, una vita per il giornalismo

ROMA – Lutto nel mondo del giornalismo per la scomparsa del giornalista Walter Colli, morto ieri, a Roma, all’età di 88 anni. Nato a Genova-Pontedecimo il 5 gennaio 1923, a cinque anni si trasferisce con la famiglia ad Alessandria. Conseguito il diploma magistrale nel 1940, dal dicembre 1943 al giugno 1944 armaiolo di compagnia, diserta e si dà alla macchia nel Vogherese fino al 25 aprile 1945. Giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 18 aprile 1947, ha lavorato dal 1946 al 1978 a “l’Unità” ed al “Corriere Mercantile” di Genova, all’Informatore Moderno, Ciao Amici, “Il Tirreno” di Livorno, “Paese” di Roma e “Stasera” a Milano. Dal 1969 al 1978 è stato caporedattore di “Momento Sera” a Roma.
Fondatore del Siai, il Sindacato degli inquilini che abitano negli immobili dell’Inpgi, l’Istituto di Previdenza dei Giornalisti Italiani,  il 7 novembre 1995 con Paolo Serventi Longhi, Silvia Garambois, Mario Carosi e Olga Bonanni in Civinini, Walter Colli ne fu per tanti anni segretario generale.
Una vita dedicata alla professione giornalistica, la sua, tant’è che appena due anni fa aveva pubblicato il libro “I ragazzi di Piazza Mentana. Storia senza fine di un’amicizia senza fine” (Le mani Microart’s editore), che narra di una banda di ragazzi nati sotto il fascismo, ma diventati quasi tutti antifascisti (undici sono stati partigiani combattenti, con due caduti), ad Alessandria.
Il loro sodalizio si snoda dagli anni anteguerra, attraverso vicende tristi o liete narrate con verve ironica: dalla passione sportiva agli scherzi da scanzonati studenti alle tragedie della guerra (i bombardamenti, la Resistenza, la deportazione).
Il tutto narrato con penna lieve da Walter Colli, che si fa cronista e notaio del collettivo e così (dopo l’esemplare Cantón di rus di Carlo Gilardenghi) ci consegna un’altra tessera di storia del Novecento alessandrino.
Proprio da questa banda di “ragazzi” (studenti di famiglia piccolo borghese e figli di ferrovieri) si forma, all’indomani dell’8 settembre, il nucleo combattente del Gap che compie le azioni più audaci di guerriglia urbana.
Dall’adolescenza alla vecchiaia, il libro narra tante vicende personali, tanti destini diversi, accomunati però dall’attaccamento ad un luogo (la piazza sede dei giochi e degli incontri) e da un sentimento che sfida il tempo: l’amicizia.
Walter Colli è stato anche “la coscienza critica” del Salvagente sin dalla nascita del giornale, “che – ricorda la redazione – leggeva attentamente, pronto a chiamare per ogni eventuale sciatteria, dimenticanza o errore, convinto come giustamente era che la funzione di un giornalista fosse un compito rigoroso, da curare in ogni dettaglio. D’altronde Walter Colli, giornalista lo era stato per tutta la vita e in tempi difficili”. Nei confronti del Salvagente, d’altronde, Walter aveva un’attenzione particolare, essendo il giornale nel quale lavora l’adorata figlia Francisca Colli.

Un commento:

  1. Francisca Colli

    Cari colleghi, vi ringrazio di cuore per lo spazio che avete dedicato a mio padre, Walter Colli, e ai suoi amici di Piazza Mentana.
    Grazie

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