Celebrata la Giornata contro il precariato. Coda polemica di Iacopino e replica di Camporese e Siddi

Giornalisti: calano i garantiti, crescono i disperati

L’iniziativa di oggi nella sala Walter Tobagi della Fnsi, a Roma

Francesca Pierleoni

ROMA – Aumentano gli iscritti all’Ordine dei giornalisti, l’anno scorso si sono superati 110mila tesserati, ma meno di un giornalista su due è “visibile”, cioé ha una posizione contributiva attiva all’Inpgi.
Gli “attivi” sono scesi al 44,5%, pari a 44906 iscritti, di cui circa 25011 nel lavoro autonomo e 19895 in quello subordinato. Sono fra i dati, aggiornati al 2010, della Ricerca Giornalismo: il lato emerso della professione, curata da Pino Rea, coordinatore di “Libertà di stampa – Diritto all’informazione”, presentata alla Federazione Nazionale Stampa Italiana nella giornata europea contro il precariato.
Stando ai numeri, cresce il lavoro autonomo del 7,7% (ora è a quota 55,7%) il cui reddito, però, continua a diminuire. Cala il lavoro subordinato (-3,85%) e sparisce il turnover (-31% delle posizioni dei praticanti).
“Siamo convinti che il precariato non sia strumento di sviluppo – dice Franco Siddi, segretario generale della Fnsi – che le imprese possono averne vantaggi nel tempo breve, ma non di qualificazione e crescita. Su questo punto le imprese sono sorde, poche provano soluzioni nuove. Bisognerà esaminare azienda per azienda, sfrondare i collaboratori quando necessario, ma quelli che restano devono essere pagati bene. Non c’é posto per tutti”.
La ricerca mostra che oltre il 62% dei freelance dichiarano meno di 5000 euro annui e si registra un progressivo invecchiamento delle redazioni: i rapporti di lavoro, nella fascia superiore ai 50 anni salgono dal 24,40% del 2009 al 27,50% del 2010; sono in lieve crescita quelli nella fascia fra i 36 i 50 anni, (dal 49,80% al 50,50%) mentre scendono quelli sotto i 35 anni (dal 24,40% al 22%).
Durante l’incontro, cui hanno partecipato, fra gli altri, anche il senatore Vincenzo Vita (Pd) e i rappresentanti di Cgil, Uil e Ugl, Enzo Carra (Udc), relatore della legge sull’equo compenso per i giornalisti precari ha detto che “bisogna intervenire, soprattutto sull’enorme numero di iscritti, favoriti dalla proliferazione si scuole di giornalismo”. La legge sull’equo compenso “per fortuna sta andando avanti con grande velocità. C’é gia un testo definitivo partito per le commissioni che devono dare i loro pareri”.
Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, oltre a ricordare di aver fatto già chiudere otto scuole, si è chiesto se “é morale che i colleghi prepensionati continuino alla stessa scrivania a fare lo stesso lavoro”. Per Roberto Natale, presidente della Fnsi, un altro tema da non abbandonare “é quello della riforma dell’accesso alla professione”.
Mentre Daniele Cerrato, presidente della Casagit, ha denunciato il calo di contribuzione e le iniziative poste in esser per fronteggiare la situazione ed allargare ulteriormente la platea ai non contrattualizzati, Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi, ha ricordato che “ci sono 50mila giornalisti che non ci versano contributi perché o non lavorano o lavorano fuori dalle regole”. (Ansa).
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Coda polemica del presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, secondo il quale “c’è qualcuno che sta tentando di avvelenare i pozzi per raccattare, o meglio lucrare, quattro preferenze  per le elezioni dell’Inpgi”.
Polemica che il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, ha respinto al mittente ricordando la serietà dell’istituto, assolutamente al di sopra di ogni sospetto.
Dal canto suo, il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, interpellato sull’argomento in Commissione lavoro autonomo, ha liquidato la questione con un semplice “non so di cosa parla e a chi si riferisce. In queste ore mi sto occupando di cose più delicate e importanti, che riguardano la condizione lavorativa di alcune centinaia di colleghi” . (GC)

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