La spinosa vicenda dei presunti finanziamenti occulti versati dall’ereditiera Liliane Bettencourt all’Ump, il partito di Sarkozy

Capo degli 007 francesi sotto inchiesta: spiava Le Monde

Liliane Bettencourt

Nicolas Sarkozy

PARIGI (Francia) – Si aggiunge un nuovo capitolo nella spinosa vicenda dei presunti finanziamenti occulti versati dall’ereditiera Liliane Bettencourt all’Ump, il partito del presidente francese Nicolas Sarkozy, e sulla presunta sorveglianza esercitata dai servizi segreti d’Oltralpe sui giornalisti impegnati a seguire la vicenda.
La procura di Parigi ha messo sotto inchiesta il capo degli 007 transalpini, Bernard Squarcini, considerato vicino a Sakrozy, per “violazione del segreto della corrispondenza”, “raccolta illecita di dati” e “violazione del segreto professionale”. Accuse scaturite da una denuncia del quotidiano Le Monde e del giornalista Gerard Davet, le cui conversazioni telefoniche sarebbero state controllate dalla Dcri, la direzione del controspionaggio interno.
La stessa sorte, riferiscono fonti giudiziarie, dovrebbe toccare a un altro pezzo grosso delle forze dell’ordine francesi: il direttore generale della polizia nazionale Frederic Pechenard, anch’egli vicino all’Eliseo e al suo inquilino. La vicenda era iniziata nel maggio scorso, quando Le Monde aveva accusato, con un grande titolo in prima pagina, Sarkozy e l’Eliseo di usare i servizi segreti per spiare i suoi giornalisti, “colpevoli” di aver scoperto troppi dettagli scomodi sul caso Bettencourt, mettendo nei guai l’allora ministro del Bilancio e tesoriere dell’Ump, Eric Woerth.
Sotto controllo, sempre secondo il quotidiano, sarebbe finito anche il funzionario sospettato di essere la loro “talpa”, il consigliere del ministero della Giustizia, David Senat, che pur avendo sempre negato di essere la fonte dei reporter era stato infine costretto a dimettersi. Dopo settimane di forti polemiche, il caso era sembrato scivolare via senza serie conseguenze, almeno per i vertici.
Fino al 1° settembre, quando Le Monde è tornato all’attacco, con un nuovo lungo articolo accusatorio, in cui si elencavano per la prima volta prove circostanziate delle indagini della Dcri sul cronista e sul suo presunto informatore Senat. Le indagini svolte sul caso dalla giudice d’istruzione parigino, Sylvia Zimmermann, avevano infatti permesso di trovare le richieste di informazioni inviate dall´intelligence transalpina all’operatore telefonico Orange, per ottenere la lista delle chiamate in entrata e in uscita dal telefono del giornalista, la loro durata e la loro geolocalizzazione, per il periodo dal 12 al 16 luglio 2010.
Era stata, inoltre, individuata un’altra richiesta, inviata sempre dalla Dcri ma in un secondo momento, per ottenere le fatture dettagliate del telefono di Senat. Prove che avevano costretto il ministro dell’Interno francese, Claude Gueant, ad ammettere che ci fossero state indagini sul reporter, e a giustificare l’operato dei servizi nella vicenda.
“Si trattava di cercare l’autore della divulgazione all’interno dell’amministrazione di procedimenti giudiziari, cosa del tutto scandalosa”, aveva spiegato in quell’occasione ai microfoni di France Info, precisando che si trattava di “individuazione di conversazioni telefoniche, cosa ben diversa dalle intercettazioni”. (Ansa)

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