Da Montevideo il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, attacca il Governo Berlusconi che riprova ad imporre il bavaglio

“Vogliono togliere di mezzo la libera informazione”

Franco Siddi ed il direttore de “La Gente d’Italia”, Mimmo Porpiglia, ieri sera a Montevideo

Silvestro Malini (La Gente d’Italia)

MONTEVIDEO (Uruguay) – Franco Siddi è andato giù duro contro governo e premier, nell’incontro-dibattito di ieri sera, a Montevideo, organizzato dalla Fondazione Italia nelle Americhe sulla situazione della stampa italiana in Sudamerica. Il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha sottolineato con forza che “l’informazione è un bene pubblico, e deve pertanto godere del rispetto e delle garanzie di libertà e di indipendenza che le consentono di essere fino in fondo la vera Corte Suprema dei cittadini”.
Siddi ha, poi, attaccato: “Oggi, purtroppo, nel mondo del potere economico e finanziario e delle prepotenze politiche, si cerca sempre di più di condizionare il sistema e di comprimere il ruolo della stampa, e talvolta di assumerla come avversario. Per noi, invece, l’informazione è un bene essenziale per i cittadini, come il pane dopo la guerra. Non c’è dubbio che l’informazione è la prima fonte di acquisizione di conoscenze delle persone, affinchè queste possano formarsi una libera opinione e fare scelte consapevoli. Quando l’informazione – non sempre – riesce a fare questo, ovviamente disturba i poteri, e c’è chi vorrebbe togliere di mezzo questo disturbo. Costoro non ci piacciono”, ha affermato lapidariamente il segretario della Fnsi per poi affondare: “questi hanno storicamente sempre perso, e perderanno anche stavolta, ma nel frattempo combinano grandi guai”.
Come? “Intervenendo sul mercato delle risorse, da quelle pubblicitarie a quelle dei finanziamenti pubblici”. In questo modo, secondo Siddi, fanno sì che “oggi non ci sia una vera libertà” d’informazione, che possa essere esercitata secondo criteri di neutralità, e che dovrebbe essere “assicurata dai finanziamenti pubblici”.
 In particolare, la stampa italiana all’estero svolge una funzione democratica insostituibile per la cittadinanza, “riveste una grande importanza e attualità, oggi misconosciuta dal«sistema-Italia», dal «sistema-Paese»”.
I numeri avallano quanto affermato: “da dieci anni i finanziamenti sono bloccati sulla stessa cifra”. Anzi, ora il governo “tende a ridurli ancora, se non a comprimerli del tutto”.
 Siddi ha, poi, ricordato le misure di lotta adottate per far fronte a questi “abusi”, che avrebbero provocato la sicura chiusura di quasi tutti i quotidiani e i periodici italiani pubblicati nel mondo. Azioni prolungate nel tempo che “miracolosamente” hanno impedito questa morte certa.
“Ciò è accaduto perché la stampa italiana all’estero ha saputo sintonizzarsi con le sensibilità italiane più vicine all’affermazione piena dell’idea dell’italianità nel mondo, che non è un puro slogan. E’ uno slogan di propaganda per molti politici, ma per noi – lo dico a nome della Fnsi – è invece un’idea da coltivare e da vivere coerentemente, mettendo perciò in campo con azioni concrete, che si rendono necessarie perché essa sia affermata.
 Nell’agenda italiana” – ne è convinto – “i fondi all’editoria sono considerati da molti, anche nel mondo dell’informazione, uno spreco. Si fa di tutta l’erba un fascio e non si riesce a capire quanto sia necessario fare scelte di spesa pubblica qualificate e selettive. I tagli lineari sono un esercizio ragionieristico, tecnocratico. Danno respiro ai conti pubblici nel breve termine, ma non risolvono alcun problema reale e ne creano di nuovi”.
Per Siddi, l’informazione è un bene materiale, e tuttavia “un motore di sviluppo della vita comunitaria, pilastro di identità culturale e sociale”. “Il nostro governo ritiene che la politica estera altro non possa essere che promozione, anzi propaganda, del Made in Italy. Ma non si riesce a capire” – considera il segretario della Fnsi – “che la migliore promozione è quella che parte dai buoni esempi, dalle buone pratiche, dalle belle esperienza”. 
Gli italiani all’estero e la loro stampa sono insieme “un collante di vita comunitaria e nazionale oltre i confini geografici della penisola e elementi straordinari di promozione dell’italianità e di tutto ciò che ad essa fa riferimento, dai beni culturali a quelli materiali dei prodotti dell’ingegno e delle produzioni di qualità.
E’ un’opera meritoria e impagabile”, ha affermato Siddi, “che non è ripagata da nessun conto pubblico. Siamo arrivati all’assurdo che qualche istituto italiano di cultura considera l’informazione che viene dall’Italia come un eccesso, un eccedente, e che siano sufficienti i bollettini del Ministero degli Esteri. E’ incredibile… Sicuramente gli istituti italiani di cultura non hanno bisogno di un’informazione velinara. Ma evidentemente stanno succedendo cose strane, o stanno partendo ordini strani…”. Abbiamo infatti saputo da Buenos Aires che l’IIC locale intende disdettare l’abbonamento a un’agenzia (e probabilmente anche a più di una), con la seguente motivazione: “il servizio offerto eccede le nostre necessità di essere informati”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *