Nell’editoriale in onda al Tg1 delle 20, il direttore cavalca anche la legge contro le intercettazioni: “E’ ora di farla”

Minzolini su Berlusconi: “E’ una lapidazione mediatica”

ROMA – Un nuovo editoriale ad effetto, quello del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, andato in onda, ieri, nel telegiornale delle 20. Un editoriale chiaro, diretto e senza veli. Nel senso che, ancora una volta, il direttore fa capire bene da parte sta: “Berlusconi non è indagato, anche se i media continueranno a parlare di gossip e andrà avanti la lapidazione mediatica che, nella testa di qualcuno, dovrebbe far cadere il governo”.
Parole che sanciscono, più che mai, il legame inossidabile tra il direttore del Tg1 e il premier. Ma anche un intervento dal quale il numero uno della rete ammiraglia ha pensato bene di prendere immediatamente le distanze: “Fermo restando il diritto di un direttore di fare editoriali o commenti – si è affrettato a dire, in serata, il presidente della Rai, Paolo Garimberti, – l’opinione espressa stasera dal direttore del Tg1, Augusto Minzolini, è strettamente personale e non impegna in alcun modo la Rai”.
A Minzolini, però, ieri sera, non è bastata la crociata in nome di Berlusconi. Dall’accusa generalizzata rivolta ai media, colpevoli di lapidare, con i loro pettegolezzi, il presidente del Consiglio, il direttore del primo telegiornale Rai è, infatti, passato alla strenua difesa della legge contro le intercettazioni: “E’ arrivato il momento di farla”, ha detto, proseguendo con il suo editoriale, Minzolini. Che ha aggiunto, portando ad esempio – ça va sans dire – quanto accaduto a lui, in prima persona: “Oggi (ieri, ndr) un’agenzia di stampa ha dato la notizia che la polizia è venuta nel mio studio, ma la verità è che non mi è venuto a trovare neanche il barista. C’è un clima da caccia alle streghe e le intercettazioni vengono date in pasto ai lettori violando la privacy”.
“Si fa un uso troppo disinvolto dello strumento – ha chiosato Minzolini – e il bersaglio preferito è il premier”.
La polemica infuria. Di ora in ora.

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