Nel mirino i contributi a giornali, radio e tv fantasma ma anche a quelli di partiti non presenti in Parlamento

La Lega Nord: “Basta con i contributi a Libero”

Piergiorgio Stiffoni

ROMA – “In questa manovra ci sono varie «voci»: dai tagli sostanziosi alle regioni ed agli enti locali, ai contributi di «solidarietà» da parte dei soliti noti. Ma i giornali e le radio e televisioni non devono subire tagli per contribuire anch’essi alla soluzione della crisi? A saldi invariati non sarebbe male agire in questa direzione per bilanciare ciò che è già previsto come tagli agli enti locali?”.
E’ quanto afferma il senatore della Lega Nord, Piergiorgio Stiffoni, il quale spiega come la legge dell’editoria elargisce “centinaia di milioni di euro di contributi pubblici a giornali, radio e tv che non ne hanno bisogno, come quelli per gli italiani all’estero o addirittura a televisioni satellitari, piuttosto che a foglietti di partiti che da anni non esistono nella sfera parlamentare”.
Detto questo, Stiffoni specifica: “Tra questi contributi spiccano quelli per giornali che non escono in edicola ma che arrivano per corrispondenza agli iscritti di qualche partito politico; giornali che hanno una tiratura di poche migliaia di copie; giornali che hanno una redazione composta da due o tre giornalisti; giornali che vengono regalati affinché aumenti la tiratura e dunque il contributo dello Stato; giornali che vengono mandati al macero affinché aumenti la spesa per la carta (sprecata) e dunque il contributo dello Stato; giornali che, con parte del denaro pubblico percepito, sovvenzionano quei partiti politici non presenti in Parlamento, come ad esempio «Il Campanile» o «La Rinascita» e perché no, Libero, registrato come organo del Movimento Monarchico Nazionale di Bolzano del 1963 di proprietà della famiglia Angelucci che usufruisce, come tutti gli altri, di ricevere quello stesso denaro: questa ampia e paradossale casistica ci spinge a ritenere, senza ombra di dubbio, che i giornali, di privati, dovrebbero vivere grazie al contributo dei privati cittadini che li leggono e non attingendo ad enormi quote di denaro pubblico. A nostro parere – conclude Stiffoni – tutti i beneficiari che abbiamo indicato dovrebbero percepire sovvenzioni pubbliche pari a 0 euro”.

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