Il Governo riprova ad abolire gli Ordini professionali compromettendo le opportunità occupazionali dei giovani

Le liberalizzazioni premiano solo potenti e multinazionali

Marina Calderone

ROMA – “Gli Ordini e Collegi Professionali ribadiscono la loro ferma contrarietà all’ipotesi di una riproposizione delle misure di liberalizzazione del comparto così come contenute nell’emendamento «39 bis», poi non formalizzato, in occasione dell’approvazione della recente Manovra Finanziaria”.
E’ quanto scrive la presidente del Cup, Marina Calderone, al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una lettera che trae spunto dalle dichiarazioni di ieri in Parlamento del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sulle liberalizzazioni delle professioni.
“Un intervento finalizzato all’assimilazione dei servizi professionali alle regole della libera imprese – scrive Calderone – arrecherebbe grave pregiudizio alla salvaguardia di diritti costituzionalmente garantiti, impedendo la tutela dell’interesse generale dei cittadini italiani.
Le professioni sono consapevoli di dover essere coinvolte in un processo riformatore da loro stesse più volte auspicato e richiesto al Governo. Tuttavia, non possono accettare che tale intervento destrutturi il sistema destabilizzando un settore che oggi dà occupazione a 2.100.000 professionisti, e ad altrettanti operatori degli studi professionali, producendo il 15,1% del pil regolare e garantendo i necessari livelli di appropriatezza ed efficienza a beneficio della collettività”.
“Una liberalizzazione, come quella che si paventa – avverte la presidente – avrebbe effetti economici e sociali devastanti che, tra le conseguenze più dirompenti, porterebbe la grave compromissione delle opportunità occupazionali di tantissimi giovani che oggi accedono al mondo delle professioni”.
“Assisteremmo unicamente alla ridistribuzione di quella ricchezza che quotidianamente e onestamente i professionisti producono – dice Calderone – a vantaggio delle multinazionali e dei grandi potentati economici che, attraverso il condizionamento dei mercati finanziari internazionali, rischiano oggi di prevalere sui poteri costituzionali e sull’ordinamento democratico tentando di «piegare» finanche l’azione legislativa verso una pericolosa deriva mercatista che non giova al Paese e che non appartiene alla sua antica e solida tradizione culturale”.
“Sappiamo che questo non è lo spirito del Governo e della maggioranza che lo sostiene”, scrive Calderone. “Tuttavia, ove nell’intendimento del Governo dovesse prevalere la volontà di una destrutturazione del settore, mi vedo costretta a preannunciare la generale mobilitazione dei professionisti italiani, disponibili sin d’ora ad attuare iniziative e manifestazioni pubbliche volte a contrastare misure lesive dei valori umani, sociali e costituzionali a cui è uniformata la loro attività”. “Gli Ordini e Collegi Professionali sono pronti a dare il loro contributo ad un serio e concreto processo riformatore delle professioni e ribadiscono la richiesta di istituzione di un apposito tavolo tecnico, fiduciosi – conclude Calderone – che la cultura del dialogo e del confronto leale – elemento distintiva di questo Governo – rappresenti il migliore percorso da seguire”.

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