
Lo rende noto l’Uspi, ricordando che le nuove “tariffe postali massime” stabilite dal decreto si applicano a partire dal 1° settembre 2011 fino al 31 dicembre 2012. Poste Italiane ha stimato l’introduzione di un aumento tariffario di circa il 17% rispetto alle precedenti tariffe in vigore fino al 31 agosto 2011.
Come le precedenti, le nuove tariffe postali sono diversificate per i quotidiani o pubblicazioni con minimo di due uscite a settimana (ai quali si dà l’opportunità di effettuare il decentramento comprensoriale, provinciale ed intraprovinciale) e per gli altri periodici (con decentramento solo comprensoriale), con la conferma della figura del “giornale locale”, cioè il settimanale, con destinazione per almeno il 90% degli oggetti spediti nella stessa regione in cui è edito, e con caratteristiche analoghe al quotidiano (altezza maggiore o uguale a 38 cm e larghezza superiore o uguale a 28 cm, numero di pagine superiore a 16 per singola pubblicazione). A tale tipologia di prodotto vengono assegnate le tariffe dei quotidiani.
Confermata anche la distinzione tariffaria per aree geografiche di destinazione degli invii postali. Mutuandola dalla tariffazione della “posta massiva”, vengono introdotte tariffe differenziate a seconda che gli invii postali siano destinati a:
1) Aree metropolitane (AM), appartenenti ai Comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari e Napoli (Cap con terza cifra 1 o 9);
2) Capoluoghi di provincia (CP) cioè, le altre città con terza cifra del Cap 1 e 9, diverse dal precedente elenco;
3) Aree Extraurbane (EU), cioè tutte le altre aree di destinazione della corrispondenza individuata dall’insieme dei Cap con terza cifra 0,5 e 8.
Confermata, inoltre, la distinzione tariffaria a seconda che il prodotto abbia o meno ottenuto l’omologazione, la prelavorazione o l’invio standard. Sono, infatti, pubblicate tre griglie tariffarie diverse a seconda che si tratti di:
a) “spedizioni correttamente prelavorate e confezionate di prodotti omologati”;
b) “spedizioni correttamente prelavorate e confezionate di prodotti non omologati”;
c) “spedizioni che rispettano gli standard di accettazione non prelavorate e confezionate” ai sensi delle lettere a) e b).
In osservanza della direttiva 2008/6/CE le tariffe e la disciplina dell’attuale decreto postale sono applicabili anche agli operatori postali abilitati alla fornitura di servizi postali universali sul territorio nazionale diversi dal fornitore del servizio universale (Poste Italiane SpA).
Confermate anche le tariffe (senza aumenti) dei “pieghi di libri”. Restano esclusi dalla previsione del decreto i “pacchi con tariffa ridotta editoriale”, per i quali l’Uspi ha sottoscritto una convenzione con Sda-Express Courier.
Il decreto interministeriale ha riguardato soltanto alle tariffe di spedizione postale. Pertanto, restano confermate la disciplina e le esclusioni dal regime tariffario Roc, introdotti dal Dl 353/2003 convertito nella legge 46/2004: ovvero sia l’iscrizione al Roc, il tetto pubblicitario del 45% a numero, l’abbonamento oneroso e l’invio (al 50%) direttamente ai destinatari paganti.
Confermate anche le esclusioni (giornali free-press, cataloghi, pubblicazioni di enti pubblici, pubblicazioni postulatorie e pornografiche…) e l’applicazione della tariffa più bassa per quelle pubblicazioni che dichiarano una tiratura inferiore alle ventimila copie a numero.
Il Dpr 25 novembre 2010, n. 223, concernente il “Regolamento recante semplificazioni e riordino dell’erogazione dei contributi all’editoria” (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 299 del 23/12/2010) all’articolo 21 (Abrogazioni), ha cancellato l’obbligo della domanda da presentare alle Poste Italiane, entro il 30 settembre di ogni anno, da parte degli editori che si avvalevano della Tariffa Roc e della tariffa no-profit, confermandole per l’anno successivo.
Pertanto, la domanda alle Poste non deve più essere presentata.
Un intervento sulle “tariffe no-profit” almeno per equipararle alle tariffe Roc, è atteso nel “decreto sviluppo” che dovrà essere emanato a settembre 2011.
In tale sede, l’Uspi si augura che il Governo accolga le più volte reiterate richieste avanzate.