
Enzo Iacopino
ROMA – “E’ scandaloso e inquietante che il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, con un’inaccettabile generalizzazione, attacchi – come si legge in una nota diffusa oggi dall’Ansa – l’intera categoria degli editori”.
E’ quanto riporta una nota della Federazione Italiana Editori Giornali, a breve giro di posta dalla dichiarazione del presidente dell’Ordine diffusa dall’Agenzia di stampa.
Per la Fieg si è trattato, piuttosto, di “una provocazione, che non faremo passare, – incalzano gli editori – e la cui utilità lasciamo valutare alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati. Certo è che la finalità per la quale l’Ordine, che è un ente pubblico, riscuote e gestisce i contributi degli iscritti, non è quella di sollevare pretestuose polemiche. È ora che si faccia luce sul ruolo e sulla gestione dell’Ordine”.
A scatenare la reazione della Fieg, le parole – e il pensiero – di Iacopino, all’indomani dell’audizione in Commissione Cultura alla Camera, insieme alla delegazione della Fnsi, composta dal segretario Siddi, dal presidente Natale e dal direttore Tartaglia, sulla proposta di legge che punta a stabilire un equo compenso per il lavoro giornalistico.
“La Fieg rivendica l’assoluta libertà di troppi editori di continuare a sfruttare i giornalisti”, è il commento del presidente dell’Odg, che, in una nota, mette tutto nero su bianco: “Nell’ultima riunione – ricorda l’Ordine – sono state ascoltate le delegazioni della Fnsi (Franco Siddi, Roberto Natale, Giancarlo Tartaglia) e dell’Ordine (Enzo Iacopino, Giancarlo Ghirra, Fabrizio Morviducci, Ennio Bartolotta). Fnsi e Odg hanno depositato delle memorie. L’Ordine – si legge ancora – ha contestato le affermazioni della Fieg, che ravvisa nella proposta di legge dei profili di incostituzionalità ed ha evidenziato il tentativo della stessa Fieg di far credere al Parlamento che esiste una concreta possibilità, con una commissione Fieg-Fnsi, di trovare una soluzione. Solo che, dalla documentazione depositata dalla stessa Fieg, emerge che, in quel contesto, non vi è alcun riferimento alla determinazione di eventuali minimi di compenso con conseguente conferma di quanto già regolamentato. Cioé la Fieg rivendica l’assoluta libertà di troppi editori di continuare a sfruttare i giornalisti”.