Il nuovo direttore del quotidiano fiorentino della Poligrafici Editoriale promette un giornale vicino alla gente

Tedeschini a La Nazione “non per vendere fumo”

Mauro Tedeschini

FIRENZE –  “Che cosa può e deve fare un giornale radicato come La Nazione in un momento di grandi difficoltà come questo? Una cosa su tutte: stare vicino alla propria gente”.
Con queste parole, Mauro Tedeschini, nuovo direttore della Nazione, ha aperto ieri il suo editoriale di saluto ai lettori dello storico quotidiano di Firenze, appartenente al Gruppo Poligrafici Editoriale.
Nato a Modena il 4 dicembre 1955, Tedeschini, succede a Giuseppe Mascambruno, che mantiene un incarico all’interno della Poligrafici.
Laureato in giurisprudenza, è iscritto all’Ordine dei giornalisti della Lombardia dal 17 giugno 1982. Ha lavorato al settimanale Il Mondo, al Corriere della Sera ed è stato vicedirettore al Resto del Carlino e condirettore de La Nazione.
Successivamente, è stato direttore del Quotidiano Nazionale, di Italia Oggi e, per dieci anni, del mensile Quattroruote. L’arrivo a “La Nazione” è, dunque, un ritorno. L’altra sera, l’assemblea dei redattori gli ha espresso il gradimento con 61 voti a favore, 6 voti contrari, 3 schede bianche e 1 nulla.
“Viviamo tempi – afferma Mauro Tedeschini nell’editoriale – in cui niente e nessuno possono più permettersi di vendere fumo: dai politici, dai sindacati, dai grandi marchi industriali e dagli stessi giornali, la gente pretende serietà e concretezza.
Perché quella che stiamo vivendo non è una crisi come le altre: è un terribile mix di disagio economico e morale, che colpisce anche chi avrebbe le carte in regola per meritarsi un destino molto, ma molto migliore. Non basta più essere un bravo lavoratore, se la tua azienda viene spazzata via da concorrenti che vendono la tua stessa merce a meno della metà; e non serve più laurearsi con il massimo dei voti, se troppe imprese hanno ormai cancellato il verbo assumere dal loro vocabolario. Giorno dopo giorno, saltano i riferimenti sui quali la nostra società si è sempre basata”.
“Qualche giorno fa – scrive il nuovo direttore de La Nazione – uno studente dell’università di Pisa mi domandava (con l’aria di chiederlo soprattutto a se stesso) perché mai si dovrebbe impegnare a fondo, quando chi lo ha fatto prima di lui si ritrova con un pugno di mosche in mano. Ed è una crisi che colpisce anche categorie di cui nessuno si preoccupa, come i negozianti, gli agenti di commercio, gli autotrasportatori… o gli stessi industriali, come ha ben narrato Edoardo Nesi nella sua saga pratese premiata con lo Strega. A tutti, perdenti o vincenti, un quotidiano come il nostro ha il dovere di stare ancora più vicino, usando tutte le armi che il miglior giornalismo mette a disposizione: inchieste rabbiose, per stanare privilegi che diventano ogni giorno più insopportabili, ma anche tante informazioni e consigli utili, per dare risposte puntuali ai tanti dilemmi che ci pone la vita quotidiana.
“Spera sempre nel meglio, ma preparati al peggio”, dice un vecchio proverbio americano. Noi ci metteremo una punta di ottimismo in più, per la fiducia che merita una terra che ha sempre saputo cavarsela da sola, sfornando talenti che tutto il mondo ci invidia. E lo faremo chiedendo anche a voi lettori, a vostra volta, di starci vicini, con le vostre segnalazioni, le vostre proteste, le immagini, gli scatti fotografici che possono contribuire a fare sempre più ricca e utile la nostra presenza informativa. Io stesso sarò sempre raggiungibile, tramite l’indirizzo mail che pubblico in calce: non mi impegno a rispondere a tutti, sarebbe umanamente impossibile, ma state certi che leggerò con attenzione tutti i messaggi in arrivo”.
Nel chiudere il proprio editoriale di saluto, Mauro Tedeschini si dice “orgoglioso di dirigere il giornale protagonista in regioni come la Toscana, l’Umbria e la Liguria, che hanno pochi eguali in Europa (e non solo) per cultura e qualità della vita. Per uno che si commuove quando ascolta l’inno di Mameli, arrivare al vertice di un quotidiano con la storia de La Nazione è un’emozione grandissima. Della nomina – conclude il direttore della Nazione – sono grato all’Editore, che mi ha proposto questa nuova sfida dopo la mia lunga parentesi milanese. E vorrei ricambiare l’abbraccio che proprio da queste colonne mi ha rivolto ieri il mio predecessore, Giuseppe Mascambruno, con un pensiero di rara signorilità. E un invito pressante va a tutti i colleghi che lavoreranno con il sottoscritto: stiamo vicini alla nostra gente”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *