Dal codice dell’amministrazione digitale una svolta per la professione ed una garanzia per i cittadini

Pubblica Amministrazione: siti web ai giornalisti

REGGIO CALABRIA – Le pubbliche amministrazioni da gennaio 2011, con l’entrata in vigore del Cad, codice dell’amministrazione digitale, hanno obbligo di digitalizzare la propria azione amministrativa, perché, è stato sancito, con quelle norme sono stati riconosciuti veri e propri diritti dei cittadini e delle imprese in materia di uso delle tecnologie nella comunicazione con la Pubblica Amministrazione. La principale attività di erogazione dei servizi digitali passa attraverso l’uso dei portali telematici, i siti web dunque, per i quali il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, seguendo la strada intrapresa dai suoi predecessori, ha impresso una accentuata svolta in tema di adozione di nuovi strumenti normativi e di veri percorsi per un efficace adeguamento tecnologico delle strutture burocratiche italiane.
I siti web della Pubblica Amministrazione erogano servizi online, comunicano direttamente con il cittadino e le imprese, offrono informazioni in tempo reale sui servizi offerti e sulle azioni amministrativa e politica condotte. I siti web dovranno essere curati perciò, da giornalisti, comunicatori e professionisti dell’Ict – Information and Communication Technology -. Schema organizzativo che vale per il pubblico ed è stato adottato da tempo dal sistema privato di aziende e imprese. Per la Pubblica Amministrazione il ministro Brunetta, con la Direttiva 8/2009, all’art. 4, ha previsto apposite “Linee Guida per i siti  web della Pubblica Amministrazione”, in corso di profonda evoluzione perché continuamente sottoposte a verifica tecnica e funzionale.
Sono le note governative a spiegare cosa siano: Le “Linee guida per i siti web della Pubblica Amministrazione”, hanno l’obiettivo di suggerire alle Pubbliche Amministrazioni criteri e strumenti per razionalizzare i contenuti online, ridurre i siti web pubblici obsoleti e il migliorare quelli attivi. Destinatari delle Linee guida sono  tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli Enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli Enti del Servizio sanitario nazionale, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) e le Agenzie di cui al Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.
Versioni preliminari di tale documento sono state pubblicate a marzo e luglio 2010 e maggio 2011, e sono state elaborate da un gruppo di lavoro interno composto da esperti del Dipartimento della Funzione Pubblica, del Dipartimento Digitalizzazione e Innovazione tecnologica, di DigitPA e di FormezPA. Una prima versione è stata oggetto di una consultazione pubblica durata due mesi, tra maggio e giugno 2010, che – dice la nota governativa – “ha registrato circa 17.000 accessi alle diverse sezioni del forum di discussione dedicato, con l’obiettivo di coinvolgere i vari stakeholder al fine di  proporre suggerimenti e indicazioni poi utilizzati in sede di revisione del documento iniziale”.
Una nuova consultazione è attualmente in corso, ma il grosso dei suggerimenti è stato espresso nella passata edizione. Risultato finale, è che la scelta operata dal ministero per la Pubblica Amministrazioone e l’Innovazione è stata approvata da tutti i soggetti coinvolti.
Una domanda allora. Perché è interesse della categoria giornalistica che le pubbliche amministrazioni italiane adottino Cad e Linee Guida? La risposta è semplice. Perché le Linee Guida possiedono un Vademecum nel quale sono indicati i “ruoli coinvolti nello sviluppo e nella gestione dei siti web”. Le figure principali di cui viene tracciato il profilo al momento sono 5: il capo ufficio stampa, il responsabile dell’ufficio relazioni con il pubblico – due delle figure previste dalla legge 150 -; il responsabile del procedimento di pubblicazione dei contenuti sul sito, il responsabile dell’accessibilità informatica, il responsabile dei sistemi informativi. A rimarcare il valore della 150 è il principio contenuto nel Vademecum: “Tre sono, essenzialmente, gli ambiti professionali coinvolti quando si realizzano e gestiscono siti web: quello legato alle competenze tecnologiche nell’Ict; quello legato alle competenze editoriali; quello legato all’organizzazione, gestione e conservazione dell’informazione”.
In definitiva, sono le Linee Guida ad indicare le figure professionali da coinvolgere nella realizzazione e gestione dei siti web, cioè sono le figure che andranno a configurare quell’unico ufficio responsabile dell’attività Ict previsto dall’art.17 del Cad.
Da qui la necessità di vedere applicate queste leggi nelle singole amministrazioni al fine di far riconoscere piena dignità al lavoro degli addetti stampa che gestiscono principalmente i siti web di comuni province regioni, e creare nuove opportunità occupazionali alle giovani leve giornalistiche.
Ma le questioni per la categoria dei giornalisti sono tante altre e tutte aperte a successivi sviluppi.

Filippo Praticò

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