Quattro testimoni avevano detto sì: Farina è Dreyfus e continua a lavorare; altri quattro avevano detto no: è tutto falso

L’Odg di Milano e i testimoni del caso Farina

Giuseppe Tropea

Giuseppe Tropea

Certo, è strano il ritardo o, meglio ancora, è strano il risveglio dell’Ordine dei giornalisti di Milano. Gli anni in cui è accaduto l’«incidente» sono giusti, ma la facceda era nota al colto e all’inclita in tutti i suoi particolari.
Presidente dell’Ordine di Milano era allora Franco Abruzzo, il quale aveva allestito un vero e proprio processo per sapere se Farina avesse continuato a collaborare con “Libero”
.
A questo proposito c’è un verbale, che dovrebbe essere ancora negli archivi dell’Ordine: era stata fatta una votazione per sapere se Farina avesse continuato o meno a 
collaborare a Libero nonostante l’autoespulsione.
Si chiedeva se Farina avesse continuato a scrivere con lo pseudonimo di “Dreyfus”, che ogni giorno appariva su Libero, e se lo stesso Farina continuasse a prendere lo stipendio dagli Angelucci, proprietari di Libero e se, infine, era vero, come si diceva, che Farina continuasse a lavorare ogni giorno in redazione come prima.
In una votazione con otto cosiddetti testimoni, 
quattro avevano detto sì: Farina è Dreyfus e continua a lavorare; altri quattro avevano detto no: è tutto falso.
Determinante è stato il parere del presidente Abruzzo (per chi vuole saperne di più c’è un verbale della seduta e della votazione).
Di quel processo non si è saputo più niente, forse perchè all’Ordine è subentrata Letizia Gonzales. Poi Renato Farina, processato dalla magistratura ordinaria e condannato, è stato scelto da Berlusconi come parlamentare nelle ultime elezioni, quando non ci sono state preferenze, ma indicazioni delle segreterie di partito.
Quanto sopra è tutto vero, perchè io c’ero, essendo in redazione di Libero dalla fondazione (da luglio 2000 fino a marzo 2008).
Oltre a quello che è stato detto e pubblicato, mi piacerebbe sapere, per quel senso di giustizia che fa parte del nostro bagaglio culturale, come potrebbe essere identificato un processo dove quattro testimoni dichiarano sì e altri quattro no.
Una volta esisteva una legge che condannava il falso in atto pubblico
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