Il Consiglio nazionale approva un ordine del giorno che trae spunto dal caso sollevato dal ministro Brunetta

“No alla schiavitù nel lavoro giornalistico”

ROMA – Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti è “lieto che il ministro Brunetta abbia sollevato la questione del lavoro precario giornalistico. Una battaglia che l’Ordine porta avanti da tempo e che – afferma il Cnog – ci vede impegnati con proposte e iniziative oltre che con l’attività istituzionale di vigilanza sul rispetto della deontologia professionale. Per dimostrare che fa sul serio, il ministro potrebbe ora impegnarsi a far approvare dal Parlamento la proposta di legge sull’equo compenso, che giace nei cassetti da oltre un anno”.
Contro la “schiavitù e lo sfruttamento del lavoro precario”, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, riunito oggi a Roma, ha approvato, con 136 voti favorevoli e due astenuti, un ordine del giorno (primo firmatario Alberto Vitucci) nel quale afferma che “la libertà di stampa e la qualità dell’informazione passano attraverso il rispetto delle regole e della dignità delle persone e del loro lavoro”. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti esprime la sua “ferma condanna per le pratiche sempre più diffuse di sfruttamento del lavoro giornalistico e ribadisce la necessità di avviare un’azione a largo raggio su questa tematica, diventata ormai un’emergenza, al fine di garantire uguali diritti a tutti coloro che svolgono la professione giornalistica”.
Il Cnog chiede ai direttori di “vigilare e farsi parte attiva affinché le prestazioni di lavoro giornalistico affidate a colleghi non contrattualizzati non ledano la loro dignità professionale dal punto di vista etico e dei compensi troppo bassi. Facendo in tal caso emergere eventuali violazioni di tipo deontologico a carico degli stessi direttori e dei colleghi con funzioni dirigenziali che tollerano queste situazioni”.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti chiede, inoltre, “che sia istituito anche sulla scorta di quanto segnalato dai presidenti degli Ordini regionali un Comitato Tecnico Permanente che avvalendosi di contributi legali e di esperti, individui un Quadro normativo che consenta di dare nuovi strumenti per la tutela della dignità giornalistica e certezze di diritto per gli Ordini regionali chiamati a intervenire in materia disciplinare”.
Chiesta, inoltre, l’istituzione di “una soglia minima di retribuzione” e che “ i contributi pubblici alle aziende editoriali siano vincolati a criteri di chiarezza e trasparenza, escludendo gli editori che non applicano ai giornalisti condizioni contrattuali dignitose”. In questa direzione, il Cnog sollecita l’Inpgi ad “avviare ispezioni a tutela del rispetto delle norme contrattuali nelle aziende, con particolare riferimento al lavoro precario. E a valutare la posizione di chi pur essendo in pensione continua a svolgere la professione con le modalità del lavoro dipendente utilizzando i benefici di legge a danno dei colleghi in attesa di essere regolarizzati”.
Pieno appoggio viene, infine, espresso dal Consiglio nazionale dell’Odg all’iniziativa di “convocare a Firenze, per ottobre, un incontro nazionale della categoria con Fnsi e Inpgi per affrontare insieme la grande emergenza dei precari”.

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