Il segretario aggiunto della Fnsi, Giovanni Rossi, chiede di risolvere i problemi derivanti dal passaggio all’Inpgi

Giornalisti: ingiusto penalizzare chi proviene dall’Inpdap

Giovanni Rossi

ROMA – “In sintesi il problema che noi chiediamo di risolvere è che coloro che sono transitati da altri enti all’Inpgi – in costanza di rapporto di lavoro e potendo far valere più di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 in particolare all’Inpdap (parliamo dei giornalisti addetti stampa pubblici) – mantengano il diritto al trattamento liquidato secondo le regole del sistema retributivo senza penalizzazioni, come sarebbe accaduto se fossero rimasti all’Inpdap, e senza che il costo del ricongiungimento dei periodi contributivi (altri enti più l’Inpgi) ricada sui lavoratori”.
Lo ha affermato Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto e coordinatore della Commissione Uffici Stampa della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), intervenendo nel corso di un Seminario sulla situazione pensionistica promosso dal Gruppo parlamentare del Partito democratico della Camera dei deputati, nella sede del Gruppo stesso, nella Sala “Enrico Berlinguer” del Palazzo di Montecitorio.
Rossi, che al Seminario dei democratici ha portato il saluto del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha ringraziato quei parlamentari, anche del centro-destra, come l’on. Giuliano Cazzola (Popolo delle libertà), che si sono fatti promotori di interrogazioni parlamentari su questo tema ed in particolare quel gruppo di deputate Pd, tra le quali le deputate Sandra Zampa e Maria Luisa Gnecchi, che si sono fatte promotrici di una specifica proposta di legge per risolvere il problema che coinvolge alcune centinaia di giornalisti del settore pubblico (i più anziani in quanto a rapporto di lavoro). Ora l’obiettivo è ottenere un consenso trasversale per trasformare la proposta in legge.
Il Seminario ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’Inpdap e dell’Inps, nonché dei patronati legati a Cgil, Cisl e Uil ed ha esaminato anche problematiche analoghe a quelle denunciate dal Sindacato dei giornalisti e che investono, in particolare, le categorie dei lavoratori elettrici e telefonici, soprattutto dal punto di vista della possibilità di ricorrere alla totalizzazione di periodi contributivi presso enti previdenziali diversi.

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