Si sente “non gradito né rispettato”, contrariamente a Michele Santoro e Giovanni Floris

Sgarbi getta la spugna prima di cominciare

Vittorio Sgarbi

ROMA – “Non mi sento né gradito né rispettato”. A sei giorni dalla messa in onda in prima serata su Rai1, prevista per il 18 maggio, è ancora totale incertezza per il programma di Vittorio Sgarbi, a cominciare dal titolo ipotizzato (“Il mio canto libero”) che l’ufficio legale di Viale Mazzini avrebbe stoppato per timore di problemi legali con la vedova di Lucio Battisti.
Lo annuncia lo stesso critico che convoca di fretta la stampa negli Studios di via Tiburtina e sottolinea: “Non so più cosa fare. Sono pronto a rinunciare, magari con una trattativa come quella che fece a suo tempo Enzo Biagi, che scelse di andarsene e trattò per ottenere 30 miliardi di lire”.
Sgarbi spiega di aver saputo “soltanto nella tarda serata di ieri, telefonando io al direttore generale Rai, Lorenza Lei, che non avrei potuto andare in onda con la puntata dedicata a Dio”. Questa mattina poi, riferisce Sgarbi, Carlo Vulpio e Diego Volpe, autori del programma, hanno avuto un incontro con il direttore di Rai 1 Mauro Mazza.
“Così – precisa Sgarbi – abbiamo saputo che ci chiedono di non andare in diretta ma di registrare la puntata. Da parte mia niente in contrario però questa mi sembra sfiducia, perché non chiedono la stessa cosa anche a Michele Santoro e Giovanni Floris? Io vorrei essere trattato come loro”.
Altri problemi, aggiunge il critico, sono sorti a proposito del titolo che richiama la nota canzone di Battisti-Mogol: “Ma quel titolo lo avevamo comunicato da tempo – dice Sgarbi – perché problemi soltanto adesso?”. Da qui l’incertezza sulle sorti del programma: “Non so più cosa fare: di certo – conclude Sgarbi – la mia agenda è molto piena, non posso registrare il 17 maggio, come mi hanno chiesto, e non credo di poterlo fare fino alle 20.45 del 18, orario nel quale era stato da tempo concordato, con l’allora direttore generale Mauro Masi, che la trasmissione andasse in onda”.

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