Il 28 aprile, a Milano, seminario di formazione sui temi del disagio e delle marginalità

Il giornalismo e la scoperta del sociale

MILANO – Guardata con sospetto per molti anni, oppure fraintesa e trasformata in un sostantivo, la parola “sociale” comincia a essere presa sul serio dal giornalismo. Parte dell’informazione italiana ne sta scoprendo le possibili utilità, vi dedica spazi, tempi e risorse non occasionali. Difficile e azzardato definirla una tendenza, in quanto si manifesta in un periodo eccezionale per la professione: sono i tempi della crisi dei giornali di carta, della rivoluzione dei media, della polarizzazione sempre più spinta su pochissime notizie. Eppure i segnali di questa “scoperta” devono essere colti, perché hanno a che fare con la qualità stessa della pratica giornalistica.
Perché il “tesoretto” delle notizie sociali non viene sfruttato? A questa domanda sono chiamati a rispondere i capiredattore invitati al V Redattore Sociale Milano, il seminario di formazione per i giornalisti che l’Agenzia di stampa organizzato, il 28 aprile al Villaggio Barona di Milano (via Zumbini, 6), con il contributo di Ordine dei giornalisti della Lombardia, Cnca Lombardia,
Anffas Milano,
Terre di mezzo, Ledha,
Affaritaliani.it, ed in collaborazione con Master in giornalismo “Walter Tobagi”, Università degli studi di Milano/Ifg, Master in giornalismo Università Cattolica del Sacro Cuore e Master biennale in giornalismo Università Iulm.
Che cosa è il giornalismo sociale? Ci sono tre livelli di risposta. In primo luogo è una specializzazione, che come tale richiede competenze precise e spesso sofisticate: non ci si improvvisa a scrivere di immigrazione o disabilità, di carcere o volontariato; non bastano la motivazione e l’entusiasmo, servono studio ed esperienza.
In secondo luogo è un atteggiamento professionale, che consiste nel considerare – in qualsiasi redazione si lavori – anche il punto di vista sociale: gli effetti che una nuova misura economica avrà sui più deboli, le opinioni di chi non ha potere, le implicazioni di un linguaggio poco corretto.
Il terzo livello è il più impegnativo e consiste nell’assumere il “sociale” come lente di ingrandimento della realtà, nello scoprire che, raccontandolo, si può spiegare anche la politica, l’economia, il costume…
Una vera e propria inversione del punto di partenza nel cercare le notizie e nel modo di rapportarsi con le fonti: mettere il sociale al centro del giornalismo senza relegarlo ad accessorio, a ingrediente di un menu dove, a volte, ci si sente tenuti a mettere un po’ di “bontà”.
In questa edizione del seminario di Milano si discuterà, nel concreto, di tutti e tre questi livelli, ma in particolare di sociale come fonte di notizie vere, pregiate, di qualità. In un’epoca dove sempre più persone considerano le notizie come un bene gratuito, potrebbe essere una delle strade per recuperare il valore del mestiere di giornalista.
Il programma prevede, alle ore 8.30  la registrazione dei partecipanti, quindi, alle 9, l’apertura dei lavori
con l’intervento di Letizia Gonzales
 (presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia) ed il saluto di Monica Boni. Conduce Angelo Perrino. Alle 9.30 “Lei non sa chi sono io…”. Figli, nipoti e orfani dell’informazione sociale
, a cura di Franco Bomprezzi (collaboratore di Corriere.it e Vita) e Elena Parasiliti (direttrice del mensile Terre di Mezzo). Ed ancora “I nuovi disagi invisibili (o solo difficili da vedere?)”, incontro con don Virginio Colmegna (presidente della Casa della Carità di Milano).
Alle 11.30 “La selezione (in)naturale delle notizie” con
Giorgio Paolucci (caporedattore centrale di Avvenire), Ugo Savoia (caporedattore cronaca del Corriere della Sera) e Alessandra Scaglioni (caporedattrice di Radio 24). Conduce Walter Passerini. Alle 14.30 “Welfare 2.0. La protezione sociale e la crisi dello Stato pagatore”,  a cura di
Cristiano Gori.
Domande di Oliviero Motta, Angelo Fasani.
Conduce Dario Bolis. Seguiranno: “Storie confiscate.
Il progetto Terre Liberate” di Angelo Agostini e “Report dalla città”, Fragile
Incontro con Gigi Gherzi.
Conduce Matteo Scanni.
Alle 20 prova aperta di “Report dalla città fragile”, a cura del Teatro La Cucina dell’Ex Ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano. In continuità coi temi trattati all’interno del seminario, ai partecipanti è, infatti, dedicata una prova aperta dello spettacolo di Gigi Gherzi e Pietro Floridia dedicato alle contraddizioni e alle vite fragili nelle metropoli di oggi.
Prevista la partecipazione di oltre 200 giornalisti, tra i quali gli allievi di tutte e tre le scuole di giornalismo di Milano. Il programma

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