Segretario Generale Fnsi e Presidente della Commissione Informazione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero
ROMA – I colpi bassi all’editoria non finiscono mai. Stavolta a patirne le conseguenze più di tutti sono i quotidiani italiani all’estero, per i quali i contributi pubblici tornano a essere in parte misteriosi. Il ripristino – deciso con il provvedimento “Milleproroghe” – della dotazione dei fondi previsti dalla legge, dopo un ingiustificato taglio del 50% avvenuto a metà dello scorso anno, non è ancora avvenuto.
Il Ministero dell’Economia guidato da Giulio Tremonti avrebbe, infatti, messo sul piatto solo uno dei 5 milioni di euro stanziati dalla legge.
Per i sei quotidiani italiani all’estero, Corriere Canadese, America Oggi, Globo e Fiamma in Australia, Gente d’Italia e Voce d’Italia in Sudamerica, Voce del Popolo a Fiume, strumenti di informazione, cultura e lingua italiana che tengono in rete le nostre comunità fuori dal Paese e sono efficaci strumenti di identità nazionale globale, riesplodono difficoltà anche a causa del silenzio con cui fino ad ora tutto questo sta accadendo.
Il Ministero dell’Economia guidato da Giulio Tremonti avrebbe, infatti, messo sul piatto solo uno dei 5 milioni di euro stanziati dalla legge.
Per i sei quotidiani italiani all’estero, Corriere Canadese, America Oggi, Globo e Fiamma in Australia, Gente d’Italia e Voce d’Italia in Sudamerica, Voce del Popolo a Fiume, strumenti di informazione, cultura e lingua italiana che tengono in rete le nostre comunità fuori dal Paese e sono efficaci strumenti di identità nazionale globale, riesplodono difficoltà anche a causa del silenzio con cui fino ad ora tutto questo sta accadendo.
I problemi sono per le aziende e i lavoratori – tra questi circa 150 giornalisti italiani – poiché si va profilando un rischio di incertezza grave sulla possibilità di proseguire correttamente l’attività, assicurando lo sviluppo dei programmi concordati e la garanzia dei posti di lavoro.
Sinora sono stati infatti erogati i contributi solo nella misura del 50% e l’ipotesi del saldo ad aprile del restante 50%, dopo il ripristino del “Milleproroghe”, si è improvvisamente allontanata senza alcuna ragione. Le banche, in alcuni casi, già chiedono alle aziende i rientri e minacciano di sospendere le linee di credito.
Sinora sono stati infatti erogati i contributi solo nella misura del 50% e l’ipotesi del saldo ad aprile del restante 50%, dopo il ripristino del “Milleproroghe”, si è improvvisamente allontanata senza alcuna ragione. Le banche, in alcuni casi, già chiedono alle aziende i rientri e minacciano di sospendere le linee di credito.
Non si può andare avanti cosi. Lo Stato non può venir meno agli obblighi di legge che sono veri e propri contratti.
Per la Fnsi, solidale con i colleghi dei giornali italiani all’estero, è l’ora di rompere il muro del silenzio sull’ennesimo mistero o tentativo di colpo di mano contro la stampa, anche per evitare che passi un’idea odiosa: quella che si possano colpire i giornali all’estero perché tanto sono lontani dal centro del potere e hanno pochi santi in Paradiso.
La Federazione della Stampa chiede chiarezza, invita il Ministero dell’Economia a far fronte agli obblighi di legge e la Presidenza del Consiglio a far sentire la sua voce di garante del “contratto sociale” con la stampa e con le comunità italiane all’estero.