I cronisti sollecitano una campagna di denuncia sui progetti di black out intercettazioni

Unci: “Niente privacy per la casta”

VIAREGGIO (Lucca) – Nell’invitare tutti i cronisti a mantenere alta la vigilanza sui pericoli sempre incombenti di leggi liberticide, il Congresso dell’Unci sollecita il segretario generale e il presidente della Fnsi a rispettare e a realizzare il voto unanime del Congresso federale di Bergamo sulla proposta dei cronisti, e cioè di lanciare da subito una campagna di denuncia e di sbugiardamento  sulle vere intenzioni della casta nei ricorrenti progetti di black-out sulle intercettazioni.
Dietro il pretesto della tutela della privacy, non dei cittadini bensì della loro, si nascondono i disegni di prevaricazione dei potenti: difendere i propri privilegi con una sorta di salvacondotto, imporre il silenzio totale sui fatti e sui misfatti della cronaca di tutti i giorni, mettere la sordina sull’intreccio fra politica e malaffare, tarpare le ali alla critica e alla mediazione giornalistica.
Appare chiaro che qualsiasi provvedimento legislativo sulle intercettazioni si riserva lo scopo di assicurare una specie di immunità, benchè, in democrazia, la rilevanza dei comportamenti non sia soltanto giuridica, ma anche politica, sociale ed etica. Per affidare un minimo di credibilità ad un eventuale ddl sarebbe più convincente escludere dalla disciplina gli atti riguardanti le cariche elettive di ogni livello e gli amministratori di società pubbliche o a partecipazione statale.

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