E’ accaduto ieri a Reggio Calabria, nel 150° anniversario dell’Unità del Paese

W l’Italia e il prefetto apre casa alla città

Il Palazzo della Prefettura e, davanti, il Monumento all'Italia

REGGIO CALABRIA – Non capita tutti i giorni che un prefetto apra le porte di casa alla città. Accogliendo tutti. Non solo autorità e giornalisti, abituèe del Palazzo del Governo, ma anche – anzi, soprattutto – i semplici cittadini.
E’ accaduto ieri, 17 marzo 2011, festa straordinaria per i 150 anni dell’Italia unita, a Reggio Calabria. Dove il prefetto, Luigi Varratta, e signora hanno spalancato il portone d’ingresso della Prefettura, meraviglioso baluardo dell’architettura, lineare ma sontuosa, del primo Novecento, e quello, più intimo e, giustamente, riservato dell’appartamento personale.
Lo hanno fatto senza vincoli, tranne quelli imposti dal buonsenso, né censure: decine (a sera saranno state centinaia, a giudicare dal flusso) di persone, uomini e donne, ragazzi e anziani – qualcuno si è presentato con passeggino al seguito – hanno girovagato per le stanze di “casa” Varratta, affacciandosi persino in quelle da bagno. Ufficialmente aperte alle visite.
E ancora: camere da letto, sala biliardo, studio privato, oltre ai salotti e salottini (ce n’è uno chiamato il salottino dorato…), che hanno più volte ospitato vertici nazionali e Consigli dei Ministri. I Signori – già, è il caso di usare la S maiuscola – Varratta non hanno chiuso neppure la porta della cucina (moderna e funzionale, come le nostre, l’unica stanza, forse, in cui non trionfano lampadari di cristallo e tappezzerie di seta dal sapore fiabesco).
Porte aperte in Prefettura, avevano deciso che fossero (mentre i vicini Palazzi di Comune e Provincia avevano sì il portone aperto, ma l’unica visita concessa era quella dell’atrio). E così è stato. Non si sono risparmiati, prefetto e signora, che, per tutta la mattinata, hanno fatto personalmente gli onori di casa, prima di volare a Roma per le celebrazioni dell’Unità d’Italia, “su invito diretto del premier”, si affrettava a dire l’usciere-Cicerone ai visitatori pomeridiani.
Hanno accolto in casa propria la città, con garbo, eleganza. E una cordialità vera. Trasparente. Regalando a tutti una lezione di civiltà.
Il successo dell’iniziativa (per constatarlo bastava fermarsi, per alcuni minuti, all’uscita e ascoltare i commenti, grati ed entusiasti) ne ha sancito la bontà. A dimostrazione che, quando le istituzioni si mostrano vicine, reali, concrete e – ripetiamolo – trasparenti, i cittadini rispondono. E ringraziano. Per fortuna, anche questa è l’Italia. E la Calabria.

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