L’appello dell’arcivescovo di Reggio Calabria nella Festa di San Francesco di Sales

Mons. Mondello ai giornalisti: “Voi, educatori”

Mons. Vittorio Mondello

REGGIO CALABRIA – “Il giornalista non dimentichi mai il suo ruolo principale, quello di educatore”. E’ con queste parole che monsignor Vittorio Mondello, arcivescovo giornalista di Reggio Calabria-Bova, si è rivolto, stamane, alla platea di giornalisti riuniti nella sede del Seminario arcivescovile della città dello Stretto per celebrare San Francesco di Sales, patrono di quanti fanno, appunto, informazione.
“Quello del giornalista – ha ribadito, nell’omelia, durante la cerimonia religiosa, monsignor Mondello – è molto più di un mestiere. E’ una missione, improntata al racconto dei fatti, della verità e alla quale si riconosce un indiscutibile valore formativo nei confronti del cittadino-lettore e, più in generale, della società”.
Un compito “delicato e difficile, specie ai nostri giorni, ma importantissimo. In particolare – ha proseguito l’arcivescovo – mi sento di raccomandare ai giornalisti cattolici di continuare a svolgere il proprio compito senza mai dimenticare quei valori che sono alla base della fede cristiana”.
Accanto a monsignor Mondello, a concelebrare la funzione religiosa, anche don Pippo Curatola, sacerdote giornalista, direttore dell’Avvenire di Calabria, padre spirituale dell’Ucsi, l’Unione Cattolica Stampa Italiana, della Calabria, nonché, da pochi giorni, responsabile diocesano delle comunicazioni sociali, e don Antonio Denisi, sacerdote giornalista, vicepresidente dell’Ordine regionale dei giornalisti.
Un appello, quello rivolto al mondo della stampa dall’arcivescovo Mondello, pienamente accolto da Carlo Parisi, presidente dell’Ucsi Calabria e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria: “Il compito dei giornalisti è quello di raccontare i fatti, con coscienza e lealtà, nel pieno rispetto dei valori fondamentali”. Un compito “ben diverso da quello delle forze dell’ordine e della magistratura – ha sottolineato Parisi – a cui compete il dovere di assicurare alla giustizia mandanti e autori di azioni criminali e intimidatorie”.
Quindi un’autocritica: “L’invito che rivolgo ai colleghi giornalisti – ha detto, ancora, Parisi – è di non enfatizzare simili azioni, dando spazio e visibilità a comportamenti vergognosi. Si farebbe, altrimenti, il gioco di chi crede che basti una lettera minatoria per tappare la bocca ad un giornalista, un amministratore o un uomo dello Stato e tenere sotto scacco un’intera comunità”.
Di buone notizie ha parlato don Pippo Curatola, che quest’anno festeggia i trent’anni di direzione del settimanale diocesano “L’Avvenire di Calabria”. Dopo aver letto la “Preghiera del giornalista”, che lui stesso ha scritto per l’occasione, ha ricordato ai colleghi come “la storia cristiana nasca proprio da una notizia, una buona notizia: l’Annunciazione. In quel caso, il giornalista era un angelo”.
Tra i presenti alla cerimonia, il sindaco di Reggio, Calabria Giuseppe Raffa, il procuratore generale, Salvatore Di Landro, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza. Tra i giornalisti, il vice direttore di Raitre, Mimmo Nunnari, il consigliere nazionale Fnsi, Luigi Caminiti, il coordinatore dei giornalisti pensionati calabresi, Rino Labate, il consigliere nazionale dell’Ussi, Eugenio Marino, ed il vicepresidente regionale, Franco Pellicanò.

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