Per la giornalista “il direttore non può emarginare” - La replica: “È una scemenza”

Botta e risposta tra Ferrario e Minzolini

Augusto Minzolini

Tiziana Ferrario

ROMA – (TMNews) – La sentenza che reintegra Tiziana Ferrario alla conduzione del Tg1 “significa che nel nostro paese il principio di legalità e di rispetto delle regole prevale ancora su quello dell’autorità e sull’arroganza”. Lo dice la stessa Ferrario intervistata da “la Repubblica”. “Oggi il Tg1 – aggiunge la giornalista – è un telegiornale di parte e non lo dico solo io ma anche l’Agcom. Anche i telespettatori se ne sono accorti a giudicare dal calo degli ascolti e questo mi dispiace molto perché è il mio giornale”.
La sentenza del Tribunale di Roma a favore di Ferrario “non è la prima decisione del genere che tutela la professionalità del giornalista. Nessuno mette in discussione i poteri di un direttore se vengono esercitati nel rispetto delle regole. Tra questi poteri sicuramente non c’è quello di emarginare dei colleghi e non farli lavorare”.
Sempre su “la Repubblica”, replica il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, secondo il quale sostenere che nei confronti di Tiziana Ferrario ci sia stata una discriminazione politica “è una scemenza”.“Il problema – spiega – era uno soltanto: io ho fatto assumere in blocco 18 precari, tutti ereditati dalle precedenti gestioni, imponendo all’azienda un notevole sforzo economico. A fronte di questo c’era anche bisogno di proiettare all’esterno questo rinnovamento della redazione e in un Tg questa operazione la puoi fare soltanto inserendo volti nuovi. Stimo la Ferrario, ma dopo 28 anni di conduzione forse si può fare anche altro”.“A Ferrario – spiega Minzolini – ho offerto di fare il superinviato: tre mesi a Mosca, tre mesi a New York, massima libertà. Un sogno per qualunque giornalista che abbia ancora il gusto di fare questo mestiere”. E aggiunge: “L’avvicendamento è una prassi normale: Susanna Petruni fece la conduzione e poi Giulio Borrelli gliela tolse. Clemente Mimun tolse la conduzione a Francesco Giorgino, ma nessuno di loro ne fece un caso politico.
La realtà è che in Rai, quando qualcuno mette in discussione il tuo ruolo, c’è chi preferisce buttarla in politica, ma questo rischia spesso di essere un alibi per tenersi stretto il proprio posto”.

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