Mozione per impegnare il Parlamento ad applicare la legge 150/2000 ponendo rimedio a un’ingiustizia
Giovanni Rossi
Carlo Parisi
ROMA – Una bozza di mozione sugli uffici stampa, da presentare al XXVI Congresso della Fnsi, in programma a Bergamo dall’11 al 14 gennaio 2011, è stata elaborata dal segretario generale aggiunto della Fnsi, Giovanni Rossi, responsabile del Dipartimento uffici stampa. La mozione, ancora emendabile, tiene conto delle proposte e dei suggerimenti avanzati in occasione dell’ultima riunione del Dipartimento, tenutasi a Roma il 15 dicembre scorso. Sulla mozione, il segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva Fnsi, assicura il pieno appoggio dei 16 delegati della Calabria, particolarmente attenti e sensibili al settore degli uffici stampa”.
“Una legge, la n. 150 del 2000 – sottolinea Carlo Parisi – ancora inapplicata e, peggio, oggetto di pericolosi tentativi di correzione in chiave peggiorativa. La stima sul numero dei possibili spazi in Calabria, l’abbiamo resa nota da tempo: ci sarebbe posto per almeno 500 giornalisti. Un’opportunità che, tenuto conto del numero degli iscritti e di quanti hanno già un lavoro dipendente, consentirebbe di cancellare la disoccupazione da lavoro giornalistico in Calabria. La scommessa è fondamentale e potrà essere vinta solo con l’unità della categoria ed il dialogo, sereno e costruttivo, con gli enti pubblici e privati, che dovranno finalmente capire che da una chiara ed efficace comunicazione istituzionale verso i cittadini c’è solo da guadagnarci. Per farlo è, però, indispensabile pretendere qualità e professionalità, possibili solo attraverso selezioni serie che facciano del valore un merito e non un optional”.
MOZIONE DEL XXVI CONGRESSO DELLA FNSI RELATIVA ALLE PROBLEMATICHE DEGLI UFFICI STAMPA
Il ventiseiesimo Congresso della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) impegna il Sindacato dei giornalisti a proseguire con ancora maggiore determinazione l’azione affinché sia riconosciuta piena dignità professionale e contrattuale ai colleghi che lavorano negli Uffici stampa, siano essi pubblici o privati.
In particolare, è necessario mettere in campo tutta la capacità di mobilitazione del Sindacato per sbloccare la trattativa con l’Agenzia per la rappresentanza negoziale nella Pubblica amministrazione (Aran) al fine di definire il profilo professionale dei colleghi che lavorano negli Uffici stampa pubblici. E’ necessario che l’Aran superi i ritardi accumulati in 10 anni di vigenza della legge che regola il settore, così come deve superare l’inerzia attuale. Le organizzazioni sindacali confederali non possono proseguire una politica ostile alla Fnsi in questo campo che è stata concausa di tanto ritardo e continuare a frapporre ostacoli fornendo all’Aran giustificazioni al suo immobilismo.
La Fnsi e le Associazioni regionali di stampa (Ars), d’intesa con il Gruppo giornalisti degli Uffici stampa (Gus), debbono intensificare nel territorio le iniziative che hanno consentito, tra l’altro, di raggiungere positive intese con le articolazioni locali delle Associazioni di rappresentanza del sistema delle autonomie. In particolare, le Ars debbono continuare ed ampliare l’azione di monitoraggio dei concorsi e delle selezioni pubbliche per addetti stampa, spesso caratterizzati da bandi incongrui quando non addirittura in violazione della stessa legge 150 del 2000.
Una attenzione particolare va posta alla contrattualizzazione degli Uffici stampa, a volte trasformati in Agenzie, delle Regioni allo scopo di salvaguardare ed estendere la scelta, compiuta dalla maggioranza delle istituzioni regionali, grazie alla loro potestà legislativa, di applicare il contratto di natura privatistica Fnsi-Fieg.
Il Sindacato, inoltre, deve proseguire l’azione di interlocuzione con il mondo della politica e delle istituzioni per portare a soluzione le problematiche scaturite dal passaggio dei colleghi addetti stampa pubblici dall’Inpdap all’Inpgi. Si tratta di una importante ed irrinunciabile conquista di tutta la categoria, ma che non può tradursi – come in alcuni casi è accaduto e può accadere per i colleghi che si trovano in particolari situazioni – in un danno economico al momento di andare in pensione. Su questo tema il Sindacato è riuscito ad ispirare intererogazioni parlamentari e anche proposte di legge. Tocca alla politica ed al Parlamento porre rimedio ad una ingiustizia a prescindere dal numero dei giornalisti pubblici interessati. Le proposte ci sono, hanno avuto anche il consenso del nostro Istituto previdenziale, ora è necessario renderle operative.
Infine, il XXVI Congresso della Federazione della Stampa richiama l’attenzione di tutti i livelli del Sindacato alla situazione dei colleghi che operano, spesso da liberi professionisti, negli Uffici stampa privati. Occorre che non siano lasciati soli. Ovunque è possibile si deve perseguire l’obiettivo di accordi con singole aziende e con organizzazioni imprenditoriali allo scopo di ottenere un corretto inquadramento di questi colleghi garantendo che i loro versamenti contributivi avvengano presso l’Inpgi.