Contro lo sfruttamento di “editori” che “rubano”, con false promesse, il futuro ai nostri giovani

Un Sindacato che sa fare il proprio mestiere

Rino Labate

Rino Labate (delegato della Calabria al Congresso Ungp)


Caro Segretario,

ci terrei a fare alcune considerazioni a conclusione delle operazioni di voto per eleggere i delegati al Congresso della Fnsi di Bergamo.
Credo sia stato fatto veramente un lavoro straordinario decentrando le sedi di voto. Tutto questo ha permesso una maggiore partecipazione degli iscritti, un momento di confronto e di dialogo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
La presenza, poi, a Locri dei vertici della Fnsi è un segnale chiaro sia per i numerosi presenti alla riunione sia per chi, per vari motivi, non ha esercitato il diritto/dovere di voto. Sono, però, certo che le parole del vescovo Morosini, le tue e di Siddi e Natale daranno forza a quanti sono costretti, nella regione, a lavorare in condizioni di estrema precarietà. La situazione calabrese, d’altra parte, è ben chiara a Siddi e a tutta la Fnsi grazie alla tua costante opera sindacale. Mi aspetto, quindi, che queste elezioni diano ancora maggior forza al nostro sindacato, che è sempre stato accanto ai più deboli (purtroppo nostri colleghi) e, sono certo, lo farà al Congresso, per sconfiggere deprecabili forme di sfruttamento intellettuale da parte di “editori” che tali non sono e che “rubano”, con false promesse, il futuro ai nostri giovani.
Un’ultima considerazione credo, poi, vada fatta sui pensionati che sono stato chiamato a rappresentare a Bergamo. Credo sia venuto il momento di ampliare la platea degli iscritti. Ai professionali bisogna aggiungere i collaboratori. Non mi sembra più accettabile, i tempi ormai sono maturi, che venga mantenuta questa discriminazione. E’ una battaglia da fare in Congresso: bisogna modificare, senza alcuna esitazione, lo statuto. Ci sono preziose professionalità, fra i collaboratori pensionati, che non bisogna assolutamente discriminare. C’è, io credo, un lungo cammino da fare insieme e proprio noi dalla Calabria dobbiamo segnarne, come spesso è accaduto in tempi recenti, il percorso.
Spero che tu e i colleghi condividerete queste poche considerazioni in attesa di poterci, dopo il Congresso, confrontare sul campo e continuare un proficuo cammino per il bene della categoria, senza distinzioni né di ruoli né, purtroppo, di età.

Un commento:

  1. Giuseppe Tropea

    Magari fosse così anche a Milano. Cari colleghi, sono contento per voi che avete un segretario eccezionale e, forse, inarrivabile, che ha portato il Sindacato della Calabria ai più alti livelli. Qui a Milano i giornalisti iscritti sono molti, ma quelli che votano non arrivano al dieci per cento: sono sempre i soliti, che votano sempre per i soliti noti, che si coalizzano tra loro per farsi i fatti propri e non quelli di tutti gli associati.
    Il fatto è che, purtroppo, i giornalisti lombardi eletti sono 54, tanti, e riescono ad imporre le loro amicizie anche a livello nazionale. Dico questo perché ne ho avuto riprova personalmente: parlo di un fatto personale gravissimo, ignorato dall’Ordine della Lombardia e dall’Associazione sindacale lombarda. E l’unico collega che ha fatto riferimento al misfatto è stato, indovinate un po’, Carlo Parisi, dalla Calabria.
    Ecco perché vi invidio e, se posso, vi do una mano oppure, magari, solo un pensiero che non può bastare, lo so, ma se pensate che a Milano è così…Tenetevi stretto il grande “ciclista” Carlo Parisi!

    Giuseppe Tropea, pensionato eletto nel direttivo dell’Unione Pensionati Lombardi con voti assolutamente personali

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