Storico inviato di guerra della Rai, aveva 77 anni - I funerali il 6 dicembre a Rimini

Addio al giornalista Achille D’Amelia

Achille D’Amelia

RIMINI – Grave lutto nel giornalismo televisivo. E’ morto, l’altra notte, il giornalista professionista Achille D’Amelia, storico inviato di guerra della Rai. Aveva 77 anni e da tempo era malato. Nato a Verghereto, attuale provincia di Forlì-Cesena, il 7 novembre 1934, era iscritto all’Ordine dei giornalisti del Lazio dal 18 dicembre 1969. Riminese d’adozione, per oltre un ventennio ha seguito i principali conflitti bellici e le crisi internazionali, guadagnandosi, nel 1997, il premio Saint Vincent per un servizio sulla Corea del Nord. Tra i suoi indimenticabili servizi, quello che, nel 1998, gli consentì di essere l’unico giornalista a raggiungere Salvatore Barone, Paolo Bellini e Giuseppe Micelli, i tre lavoratori italiani sequestrati dai ribelli in Etiopia.
Lascia la moglie Martine e la figlia Dominique col marito Luca e la nipotina Elisa. I funerali saranno celebrati il prossimo 6 dicembre, a Rimini, nella Chiesa di San Girolamo, in via Principe Amedeo. Al termine delle esequie, per espressa volontà del defunto, il suo corpo sarà cremato.

L’editorialista del Corriere della Sera, Luca Goldoni, in un articolo del 4 giugno 2001, nel recensire positivamente il grande talento giornalistico dell’allora inviato del Tg2 Dossier, Achille D’Amelia, per l’agile manuale “Il cantastorie mediatico”, ricordò un episodio che, in questo momento di tristezza, ci regala un sorriso da dedicare ad un autentico signore signore del giornalismo:  “Incontrai Achille a Losanna nei primi anni ‘60: dovevamo seguire come cronisti la tournée  di un teatro italiano, ma la lirica non era il nostro genere. Per farci coinvolgere, ci offrimmo come comparse. Ci vestirono da armigeri che dovevano trascinar via un cadavere: tutto qui. Per mettere un po’ d’anima in quell’arida scena, Achille, alla vista del morto, mimò viva costernazione e io mi adeguai, prendendomi la testa fra le mani e lanciando le braccia al cielo. Il regista ci sibilò dalle quinte: è il vostro nemico, venite via cretini. La stampa svizzera lodò il melodramma nonostante «due sprovveduti l’abbiano ridotto a farsa». Se Achille avesse approfondito allora la lirica, come fa oggi con la Tv, avremmo evitato quella toppata internazionale”. Addio Achille.

Un commento:

  1. renata ambrogetti

    Sono Renata Ambrogetti, una seconda cugina di Achille. Sì perchè sua nonna era sorella della mia nonna. E per mia mamma la mamma di Achille era la cugina più cara. Pensate, lei lunedì compie 96 anni.
    Avevo in mente di contattare Achille, che io ricordo già ragazzo quando ero una bambina (ci differenziano 12 anni) per raccontargli il nostro viaggio in America a trovare un altro secondo cugino comune (in questo caso era nipote di un fratello delle nostre rispettive nonne) che aveva una storia che poteva benissimo diventare un romanzo. Peccato…

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