A scoppio ritardato “querela” a Musolino e Pollichieni che risponde con la citazione penale

Scopelliti chiede ai giornalisti 1 milione di euro

Giuseppe Scopelliti

Paolo Pollichieni

Lucio Musolino

CATANZARO – «Il Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti, per il tramite del suo legale di fiducia ha provveduto a notificare atto di citazione nei confronti del giornalista Lucio Musolino e dell’ex direttore di Calabria Ora, Paolo Pollichieni». Lo rende noto la Presidenza della Regione Calabria.
«La decisione di ricorrere all’Autorità Giudiziaria – spiega il Governatore della Calabria – si è resa necessaria a causa delle reiterate condotte diffamatorie poste in essere nei miei confronti dai sigg.ri Lucio Musolino e Paolo Pollichieni che hanno ripetutamente offeso la mia reputazione di politico e di uomo attraverso gli articoli, pubblicati a loro firma, sul quotidiano “Calabria Ora” nel quale ricoprivano, prima del loro licenziamento, rispettivamente il ruolo di giornalista e di direttore responsabile. Articoli nei quali costoro hanno alterato la realtà dei fatti al solo fine di offendermi, contravvenendo al doveroso obbligo dei giornalisti di fornire ai lettori un’informazione corretta e imparziale.
Utilizzare e, in particolar modo – afferma Scopelliti – strumentalizzare spiacevoli fatti di cronaca giudiziaria per fini personali è un chiaro abuso dei poteri di informazione esercitati dai giornalisti. In particolare, il sig. Musolino, oltre agli articoli pubblicati sul quotidiano “Calabria Ora” è stato intervistato nel corso di due puntate della trasmissione televisiva “Annozero” durante le quali ha ribadito le offese già mosse alla mia persona e mi ha anche attribuito delle responsabilità per l’atto intimidatorio da lui subito e per il suo licenziamento dal quotidiano “Calabria Ora”. La richiesta risarcitoria è di un milione di euro.
Oltre alle false e gratuite provocazioni subite, ciò che davvero mi amareggia – prosegue il Governatore della Calabria – è la totale mancanza di rispetto per i ruoli istituzionali da me rappresentati dimostrata dai sigg.ri Musolino e Pollichieni, attraverso una distorta opera di informazione che, se esercitata in tal modo, finisce per ledere la reputazione di tutti i calabresi onesti. Si tratta della maggior parte dei cittadini – conclude il Presidente Scopelliti – che si rispecchiano nella mia opera di Governo, portata avanti prima da Sindaco di Reggio Calabria e ora come Presidente della Regione, sempre finalizzata al concreto contrasto della criminalità organizzata in tutte le sue svariate forme».
Immediata la replica del giornalista Paolo Pollichieni, ex direttore di Calabria Ora. «Le verità del signor Giuseppe Scopelliti sono sempre parziali e distorte: non mi è stato mai notificato alcun atto di citazione a sua firma o su suo mandato, a meno che non intenda tale il suo comunicato stampa odierno. Ciò premesso, rilevo che l’ultimo articolo a mia firma apparso su Calabria Ora risale al 20 luglio scorso, vale a dire ben oltre i novanta giorni che la legge mette a disposizione di chi si ritiene diffamato a mezzo stampa.
Ma Scopelliti non vuole processi che ristabiliscano la verità, vorrebbe soldi, tanti soldi, più o meno quanto ne incassa un suo consulente. E li vorrebbe, questi soldi, non perché sono state scritte cose false (del resto quelle da me riportate erano virgolettate e prelevate dai rapporti degli inquirenti o dalle intercettazioni della magistratura). Cosa intenda Scopelliti per informazione “corretta e imparziale” lo sanno bene i reggini e lo stanno imparando anche i calabresi.
Di certo non crediamo sia corretta o imparziale una informazione che scelga, in omaggio al Governatore, di non pubblicare nulla che riguardi le frequentazioni di Scopelliti finite negli accertamenti della Procura di Genova, di Milano e di Reggio Calabria.
 E siccome Scopelliti, cerca di colmare l’impossibilità di indicare anche un solo fatto da me inventato o manipolato al fine di diffamarlo ma è costretto a dire genericamente di una supposta strumentalizzazione “di spiacevoli fatti di cronaca giudiziaria”, ecco che incappa lui nella diffamazione accusandomi di avere e agito per “fini personali” e di avere “alterato la realtà dei fatti”, cose che considero diffamatorie e false e rispetto alle quali presenterò denunzia penale per diffamazione aggravata ai danni del signor Scopelliti.
Scelgo la strada della citazione penale e come risarcimento mi affiderò al Tribunale: non mi interesano i suoi soldi (che in, ogni caso devolverò all’associazione di don Luigi Ciotti “Libera”), mi interessa smascherare il suo tentativo intimidatorio.
 Una precisazione per finire, tra le falsità dette da Scopelliti nel suo comunicato, una rappresenta anche un curioso lapsus freudiano: nessuno mi ha licenziato da Calabria Ora, ma, come è arcinoto ed il mio ultimo editoriale sta lì a provarlo, sono stato io ad andarmene spiegandone pubblicamente le ragioni».

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