
Franco Siddi, segretario generale Fnsi
Il via libera del Governo al nuovo regolamento per l’editoria rimette al centro i temi della qualità dei giornali e dell’essenzialità del lavoro giornalistico. L’introduzione di norme più chiare per il calcolo dei contributi pubblici erogabili a cooperative di giornali e a consolidate testate promosse da organizzazioni morali, dando un peso fondamentale all’occupazione regolare dei giornalisti, è senz’altro un fatto di grande positività.
Il Sottosegretario all’editoria Bonaiuti ha mantenuto un impegno, peraltro, al centro delle richieste della Fnsi, e di questo gli va dato atto: giornali senza giornalisti non possono esistere, né tantomeno possono percepire fondi pubblici ricorrendo ad artifizi formali. Su questo versante viene introdotto un elemento di rigore, tanto più perché l’occupazione di coloro che sono chiamati a trasferire sui giornali i frutti di un lavoro professionale qualificato viene “pesata” in relazione all’obbligo del rispetto del contratto di lavoro, del rapporto a tempo pieno e della regolarità contributiva verso l’Inpgi nel corso dell’intero anno considerato per i contributi. E’ una novità importante, cosi come lo è quella del secondo parametro di calcolo legato alla diffusione e non alla tiratura.Questi elementi, tuttavia, non bastano a dire che siamo alla riforma e non sono sufficienti ad assicurare un futuro meno dipendente dal corso delle stagioni politiche all’editoria tutta e, conseguentemente, all’occupazione di settore. L’incertezza sull’entità dei contributi pubblici, negli ultimi anni definita sempre con provvedimenti dell’ultima ora dopo che nel frattempo si erano determinate situazioni di crisi e di impoverimento del pluralismo, resta un’ipoteca pesante su qualsiasi prospettiva di futuro. Allo stesso modo la conferma, con il regolamento, della cancellazione del diritto soggettivo di base per le testate ammissibili a contributo, in assenza di riforma quadro e di certezze per un periodo di transizione definito, sono condizioni che alimentano ulteriori criticità.
Al Sottosegretario Bonaiuti, al Ministero dell’Economia, a quello dello Sviluppo Economico e al Ministro del Lavoro, restano sul tavolo questioni non eludibili di sistema e di assetti e garanzie per il lavoro, soprattutto per condizioni di uscita da un precariato diffuso, per le quali la Federazione Nazionale della Stampa Italiana mantiene il giudizio sospeso. Conferma, inoltre, la richiesta di confronto serrato per un disegno di cambiamento complessivo. Servono scelte e regole di sistema che siano garanzia di indipendenza per l’informazione, nella considerazione che si tratta di un bene pubblico primario non assoggettabile a interessi politici di parte né misurabile solo con parametri tecnocratici.