Al referendum online anche 77 mila abbonati - Il direttore generale: “Tentano di intimorirmi”

Rai: plebiscito contro Mauro Masi

Carlo Verna

Mauro Masi

ROMA – Il referendum indetto dall’Usigrai sull’operato del direttore generale della Rai, Mauro Masi, si è concluso con una secca bocciatura del manager di Viale Mazzini, che viene di fatto sfiduciato dall’Unione sindacale dei giornalisti Rai.

 Su 1.878 aventi diritto al voto (tutti i dipendenti Rai con contratto giornalistico, compresi quelli che hanno mansioni di telecineoperatore e quelli con incarichi dirigenziali), nei 37 seggi distribuiti tra testate nazionali e redazioni regionali,  hanno votato in 1.478 e di essi ben 1.314 (91,38%) si sono espressi contro il direttore generale e 77 a favore. Inoltre, 29 schede bianche e 18 nulle.
Il segretario dell’Usigrai, Carlo Verna, annuncia che, adesso, i verbali saranno portati all’attenzione di tutti gli organismi di garanzia, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, al presidente della Rai, Paolo Garimberti, al presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, ed al ministro Giulio Tremonti. “E’’evidente – afferma Verna – che Masi non può più parlare di posizione dell’Usigrai ma deve dire che è dei giornalisti Rai. E’ un dissenso senza precedenti. Mille sono bastati a fare l’unità d’Italia, se pensa di minimizzare è un’ulteriore conferma del fatto che non possa guidare l’azienda di servizio pubblico”.

Al referendum hanno partecipato anche 76.919 abbonati e 874 lavoratori Rai attraverso il voto elettronico. Lo riferiscono Valigia Blu, Articolo 21 e Reporter Senza Rete, che hanno provveduto allo scrutinio dei voti elettronici espressi da parte di abbonati Rai e di dipendenti Rai che non hanno avuto la possibilità di esprimersi la scorsa settimana. Gli abbonati che hanno espresso il loro voto sono stati 11.367 sul sito di Valigia Blu e 10.874 sul sito di Articolo 21. A questi voti si aggiungono i cittadini che hanno chiesto le dimissioni del direttore generale attraverso la sottoscrizione dell’appello di Articolo 21 (54.678 cittadini). Sul sito di Reporter Senza Rete hanno, invece, espresso il loro voto 874 persone tra dipendenti a tempo indeterminato, a tempo determinato, consulenti con contratti di collaborazione, giornalisti. Hanno votato rappresentanti di tutte le categorie di lavoratori, eccetto i giornalisti professionisti a tempo indeterminato e i precari dei ‘bacini A e B’ che hanno espresso il loro voto al referendum Usigrai. Naturalmente, il risultato è puramente indicativo: “Abbiamo scelto di lanciare questa forma di protesta partecipata per dare maggiore visibilità alla difficile situazione in cui versa il servizio pubblico radiotelevisivo. Un bene che riguarda tutti i cittadini italiani”.
Immediata la reazione di Masi, che in una nota parla del tentativo di intimorirlo, che sarebbe alla base del referendum. “Essendo una cosa priva di rilevanza formale e sostanziale – sostiene il direttore generale – il voto Usigrai (associato alla consueta compagnia di giro) può essere solo o una manifestazione politica o un tentativo di intimorire. Obiettivo fallito in entrambi i casi”, dice Masi spiegando che “il primo perché non c’era certo bisogno di questo costoso evento per sapere come è schierata politicamente Usigrai e soprattutto nel secondo caso perché ci vuole ben altro e ben altri personaggi per provare solo ad intimorirmi. Anzi tutto ciò – continua Masi – non può che far rafforzare il mio impegno per una Rai autenticamente pluralista e con i conti in ordine e cio’ anche per tutelare il lavoro e i posti di lavoro dei giornalisti dell’Azienda”.

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