REGGIO CALABRIA – “E’ solo grazie a Pino Nano, storico giornalista della Tgr della Calabria, che la Rai può vantare un archivio vastissimo su Natuzza Evolo, la mistica calabrese che parlava con i defunti, Gesù e la Madonna”. Queste le parole con cui Rosario Carello ha aperto, ieri su Rai1, la puntata di “A Sua immagine”, dedicata alla figura di “mamma Natuzza”.
Una sottolineatura, quella di Carello, giusta e doverosa che trova facilmente riscontro nel materiale raccolto, in tanti anni di lavoro, da Pino Nano: è all’ex caporedattore della Tgr calabrese, ora a capo dell’Agenzia Nazionale della Tgr a Roma, che si deve la straordinaria raccolta di interviste, filmati, inchieste sulla mistica di Paravati, riconosciuta dalla Chiesa cattolica.
Certo, di inchieste, quelle ufficiali ad opera delle autorità ecclesiastiche, ce ne saranno d’ora in avanti – e così dev’essere – per sviscerare il mistero che ha accompagnato la vita di Fortunata Evolo. Le sue visioni. I suoi dialoghi con l’aldilà. Le stimmate che le si presentavano, puntuali, ad ogni Quaresima.
La strada per la beatificazione è lunga, come ha ricordato ieri, durante la messa in memoria di Natuzza, a Paravati, il vescovo Luigi Renzo, anche perché tante sono le testimonianze che il prelato, tra i primi ad impegnarsi per veder riconosciuta la santità di Natuzza, sta raccogliendo, insieme ai sacerdoti della Fondazione voluta dalla mistica.
Testimonianze che hanno nomi e cognomi, come quello di Piero Vigorelli, altro volto noto del piccolo schermo, giornalista di vecchia scuola, che sulla mistica calabrese realizzò innumerevoli servizi, soprattutto ai tempi di “Miracoli” (la trasmissione in onda su Retequattro negli anni ’90, insieme alla collega Elena Guarnieri) e, ancor prima, di “Detto tra noi”, su Rai2 (fu allora che Vigorelli iniziò ad occuparsi del “caso Natuzza”).
A riportarli alla memoria, è stato lui stesso, ospite – non a caso – ieri de “I fatti vostri”, la trasmissione condotta su Rai2 da Giancarlo Magalli: “Ho avuto la fortuna di conoscere Natuzza vent’anni fa – ha raccontato il giornalista – e da allora non l’ho più lasciata. Sono tornato spesso a trovarla, e non solo per ragioni professionali”. Accanto a Vigorelli, davanti alle telecamere di Rai2, una donna, Francesca Sergi, “viva per miracolo – ha detto con serenità – grazie a Natuzza”.
Una storia agghiacciante, quella di Francesca. Che lei, oggi, ripercorre con il sorriso sulle labbra. E la tranquillità nel cuore: “Stavo vivendo un periodo di forte stress, ero stanca – questo il racconto in diretta, su Rai2 – e sono andata da Natuzza. Quando mi ha visto, mi ha preso le mani e mi ha detto di andare dal medico e fare subito una risonanza magnetica. Proprio così. Una risonanza. Io non capivo, ma ho fatto come lei mi aveva consigliato. In tre, quattro giorni, mi hanno diagnosticato un cancro al seno, con metastasi al cervello. Insomma un mese di vita”.
La signora Sergi continua: “Torno da Natuzza e lei mi dice di andare a Parigi, per farmi operare. Dapprima non volevo, non me la sentivo, pensavo che non ci fosse più nulla da fare. Arrivata a Parigi, il miracolo: la nuova risonanza, quella di routine, prima dell’intervento, dimostrava che le macchie, cioè le metastasi, in testa, erano regredite. Non c’era più bisogno che mi operassi”. Inutile dire che Francesca Sergi salirà sul banco dei testimoni – e lo farà con gioia, dice lei – nel processo della Chiesa per Natuzza. Santa.
Carissimo Carlo, non potevate farmi regalo più bello. Grazie per le cose che avete scritto su di me e sul mio lavoro. Da ragazzo sognavo di fare il giornalista, oggi sogno di poter fare qualcosa di buono e di utile per quanti come me hanno ancora voglia di sorridere e di sperare. Non credo di meritare tutti i complimenti che mi fate, semmai il merito di tutto questo è di questa straordinaria scatola magica che si chiama televisione e che porta in milioni di case patrimoni ed esperienze che altrimenti resterebbero esclusive di pochi. Che dirvi oltre? Grazie, con tanto cuore. Pino